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Kit Italeri 1/72
C’è un destino che accomuna tanti aeroplani del passato, cioè quello di essere stati velivoli preziosissimi, nonché quasi insostituibili al momento della loro messa in naftalina, eppure, praticamente sconosciuti al grande pubblico non appassionato di cose aeronautiche.
L’A6 Intruder fa indubbiamente parte di questa categoria. Eppure parliamo di un aereo in servizio dalla fine degli anni ’50 fino alla metà degli anni ’90 e, nel suo ruolo, il bombardamento di precisione, insuperato fino all’apparire di una nuova generazione di velivoli tecnologicamente più prestanti. Parliamo di un velivolo che per un decennio è stato l’unico bombardiere medio realmente ognitempo, capace di decollare da una portaerei, volare di giorno o di notte, con qualsiasi condizione di tempo tra piogge monsoniche e uragani, arrivare sul bersaglio designato e colpirlo con uno scarto di pochi metri (usando bombe "stupide" quando non erano ancora disponibili le bombe cd intelligenti). L’USAF sarebbe stata in grado di poter eseguire tali missioni solo dopo l’entrata in servizio nel 1967 (travagliata o, quanto meno, affrettata) dell’F111A durante l’operazione "Combat Lancer".
Successivamente ha partecipato a tutte le varie schermaglie nei vari conflitti di attrito (Libia, Libano) ed infine all’operazione "Desert storm", anche qui praticamente dimenticato dal punto di vista mediatico rispetto ad altri velivoli impiegati, fino ad arrivare alla dismissione dopo anni di onorato servizio, senza che vi fosse un adeguato sostituto (in realtà sulla carta avrebbe dovuto essere il fantascientifico "stealth" A12 Avenger).
Dopo questo doveroso omaggio all’Intruder passiamo al modello Italeri.
Nel catalogo della ditta Bolognese direi che l’A6 è trattato molto bene essendo disponibile nelle versioni KA6, A6 "E" Tram (ma avendo le decals è possibile anche ricavare un "E" iniziale omettendo la torretta TRAM) e EA6 "Wild weasel".
Analizzando il kit Italeri (possiamo generalizzare visto che la base è comune e le varie versioni vengono declinate semplicemente variando alcuni pezzi) ho scoperto alcune cose interessanti:
Confrontato con i disegni di "Detail&Scale" è abbastanza preciso;
Tendenzialmente è più indirizzato a riprodurre le versioni "E" ma l’ala, curiosamente, per alcuni versi è più precisa per una versione "A" di primo periodo a causa la posizione delle 2 "fences" più interne. Praticamente se vediamo il velivolo frontalmente le due fences sono esterne ai piloni più interni. Questa è come dovrebbero essere su una versione "A" e KA6D iniziale (vgs 1). Sulle versioni "E" invece il pilone è in posizione più esterna rispetto alle fences (vgs. 2). Il disegno sottostante chiarisce meglio la cosa
Inoltre nelle versioni E, sul bordo di entrata dei lerx alari dx e sx, vennero posizionate antenne ECM (un rigonfiamento) mentre nelle versioni A è presente solo una strip alare antistallo. Le versioni Ka6 vennero successivamente aggiornate con questi rigonfiamenti.
Quindi in conclusione con il kit Italeri:
- se vogliamo fare il nostro A6E/E TRAM o Ka6D post VietNam dovremo solo segare via e riposizionare le fences interne e riposizionarle come nel disegno 2.
- se vogliamo invece fare un A6A o Ka6D guerra del VietNam va bene la posizione delle fences (dis 1) ma dovremo però raspare via i rigonfiamenti ECM presenti sui bordi di attacco del lerx
(perché all’epoca gli A ed i Ka6D non ne erano dotati) ripristinando la cd "stall strip" lungo tutto il bordo di entrata dei lerx. Inoltre dovremo cancellare la pannellatura inferiore del radome che ricalca quella presente solo sugli E ed E "TRAM".
Dopo le considerazioni generali, siccome l’oggetto del mio lavoro è stata la versione Ka6d Tanker, cioè aero rifornitore, entrando più nel dettaglio diciamo subito che questa è una versione ad hoc e non un semplice allestimento di un esemplare operativo. Sul velivolo sono stati quindi eliminati tutti i sistemi di attacco ed installando il sistema fisso per il tubo di rifornimento sotto la fusoliera.
Italeri fornisce correttamente il pannello ventrale del bulbo con il cestello del sistema di rifornimento in volo. Io sfruttando il pannello separato ho ricostruito in scratch l’interno del meccanismo e ho posizionato il tutto abbassato. Anche il cruscotto strumenti dovrà essere modificato per rendere il velivolo un Ka6, eliminando quindi, per il lato del bombardiere, tutti gli schermi radar, pulsanti e joystick relativi.
Altro particolare migliorabile sono i pozzetti principali inserendo pezzi di plasticare per delimitare gli stessi e qualche tubazione interna.
Per il resto il montaggio fila via liscio e senza intoppi e posso pertanto affermare che questo sia uno dei migliori kit della casa bolognese.
Verniciatura
E’ la fase del modellismo che sicuramente più mi appassiona in quanto diamo davvero vita al nostro nudo pezzo di plastica. Questa volta ho però voluto variare la classica sequenza che adotto sempre cioè: preshading (nelle sue varie declinazioni), livrea e postshading.
Ho eliminato completamente la fase di preshading passando direttamente i colori di guerra (Gunze h325 ed XF2 flat white Tamiya). Successivamente con un mix di colori nero/marrone Tamiya, diluiti al 95%, ho ripassato leggermente, a bassissima pressione, in maniera randomica le varie zone del velivolo, soffermandomi di più lungo i pannelli. In questo modo mi è parso di usurare il velivolo in maniera più coerente (nel senso più naturale, cioè, l’aereo è inizialmente pulito, solo dopo si sporca) evitando quindi di incorrere in un effetto troppo regolare tipico del preshading.
Alla fine, tenuto conto che il velivolo da me riprodotto, dalle foto dell’epoca, risulta ben tenuto, devo dire che questo modo di agire mi ha permesso di non massacrare troppo la livrea garantendo però un buon impatto visivo.
Le decals sono quelle Italeri (le ho prese tramite il servizio ricambi italeri, bellissime e coloratissime rispetto alla vecchia scatola che avevo io), ho solo variato "by myself" i numeri seriali e di reparto in quanto volevo riprodurre un velivolo col naso color "crema" ma non tutti i KA6 dello squadron VA75 presentavano tale caratteristica quindi ho dovuto necessariamente (e, aggiungo, fortunatamente) trovarne uno adattando i numeri a mia disposizione.
Lavaggio nei pannelli grigio scuro e il modello è finito!!
Rappresentazione
Sono un fan dei velivoli imbarcati specie se è possibile ripiegare anche le ali (che è una peculiarità di tali velivoli). L’A6, in particolare, assume in tale configurazione un aspetto raccolto e sornione simile ad un insetto minaccioso. Lo stacco dei colori di reparto e della star tipo Hi Viz bene in vista rende tutto spettacolare visivamente.
Ovviamente ho posizionato l’immancabile e assorto Crew della Fujimi (direi una vera star dei figurini in 1/72…è il figurino in assoluto più posizionato nei diorami UsNavy!!!) a fianco del velivolo sul ponte di volo (quest’ultimo è una basetta di legno con plasticare incollato per la superficie) terminando il lavoro.
Conclusioni
Praticamente il modello l’ho finito durante la quarantena forzata. Dovendo stare a casa senza uscire, se non per necessità, ho avuto molto tempo a disposizione.
Per il resto mi piace tanto l’A6 e mi piacerebbe farne ancora qualcun’altro (nonché il suo "alter ego" EA6B).
Spero quindi di aver fatto un buon lavoro.
Con l’occasione ringrazio gli amici del forum "Modeling Time" per il supporto ed i consigli.
Ciao Massimo
Ogni tuo modello è garanzia di precisione e tecnica ed anche questo Intruder lo testimonia.
Bellissimo lavoro!
Saluti cari
enrico
Ciao Massimo, hai fatto un bellissimo lavoro sia nel montaggio che nella verniciatura. Visto che vivi nella bella Livorno potevi effettuare una foto del tuo Intruder con uno sfondo sul mare.
Saluti Angelo Battistelli
Ciao Massimo, è sempre un piacere vedere e leggere i tuoi articoli, c'è sempre da imparare.
Ottima realizzazione, li livrea US Navy Hi Viz mi è sempre piaciuta, se poi è realizzata in maniera impeccabile ancora meglio.
Ciao, al prossimo.
Ezio
Ciao Massimo
Ottimo lavoro
Complimenti
Pietro
Grandissimo lavoro in piccola scala. grazie anche per le note di storia e tecnica.
Giampaolo.
... Un'eccellente realizzazione!
COMPLIMENTI MASSIMO!!!
un salutone.
Alby.
la capacità di un modellista, non è quella di assemblare un modellino, ma quella di sostituire le parti non consone e di arricchirlo con dei particolari comprovati da un'adeguata ricerca storica - viceversa, uno si confonde nella miriade di collezionisti senza arte né parte - bravo Massimo, ottimo anche il reportage fotografico con delle prese alla pari sul piano di lavoro - Giuseppe
Lavoro stupendo ❤️
Ciao a tutti
grazie ragazzi per i Vs gentilissimi commenti.... in effetti fare una foto con sfondo mare non ci avevo pensato!
Massimo "Pitchup"
Uno spettacolo davvero!
Vito
Ottimo modello Max, mi sono appuntato un paio di cose interessanti (so che sembra stupido ma non ci ci avevo mai pensato di usare il bianco opaco - magari tirato con un po' di leveling thinner - al posto dell'ingestibile lucido, soprattutto sui bestioni in 48) che proverò al prossimo kit.
Ottimo mlavoro e interessanti le disquisizioni tecniche sulle varie versioni. Devo ammettere che non sembra neanche un modello in 72.