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Un po’ di storia
Dall’Europa all’Africa, dalla Russia agli ultimi giorni della disperata difesa del Terzo Reich, il Focke-Wulf Fw.190 fu uno dei grandi protagonisti del secondo conflitto mondiale, al punto da essere considerato il miglior caccia tedesco in assoluto.
Potente, agile, versatile, questo piccolo e compatto aereo da combattimento fu costruito complessivamente in oltre 20.000 esemplari, dei quali 13.367 intercettatori ed i restanti caccia-bombardieri.
Allo stesso modo del Messerschmitt Bf.109, anche il Fw. 190 fu oggetto di una continua opera di aggiornamento e potenziamento che, attraverso decine di varianti realizzate nel corso della lunga produzione, sfruttò al massimo le grandi qualità della cellula e rese la macchina costantemente competitiva con la contemporanea produzione alleata.
Nella versione finale D, il velivolo era in grado di misurarsi ad armi pari con il North American P-51 Mustang, suo grande rivale degli ultimi mesi di guerra.
I velivoli della prima variante del Fw. 190, denominata A1, costruiti in 101 esemplari, entrarono in servizio nel luglio del 1941.
A settembre si ebbe il primo confronto con gli Spitfire V della Royal Air Force, e il caccia tedesco si dimostrò complessivamente superiore a quello britannico, tranne che per l’armamento.
Ebbe inizio così una vera e propria rincorsa tra i due grandi rivali, che portò, da una parte e dall’altra, allo sviluppo di versioni sempre più potenti, capaci di conquistare la superiorità in combattimento.
Nel caso del Focke-Wulf Fw. 190, armamento e propulsore furono potenziati nelle successive serie A-2 e A-3 e l’opera di aggiornamento andò avanti costantemente nelle numerose sottoserie successive, tra le quali le più note furono la A-4 e la A-5 del 1942, la A-6, la A-7 e la A-8, prodotta in grande serie dal 1943.
In queste varianti l’aereo fu adattato anche al ruolo di caccia-bombardiere.
Nelle fasi finali della guerra fecero la comparsa le versioni “D” denominata “Langnase Dora” (Dora dal naso lungo), con motore in linea Jumo 213, con dodici cilindri a V raffreddati a liquido, e quella per l’alta quota Ta. 152H, ribattezzata così in onore del suo progettista Kurt Tank, con dimensioni maggiorate e ali allungate.
Il Fw.190A in numeri:
- ruolo : aereo da caccia
- anno : 1941
- lunghezza m. 9,00
- apertura alare m. 10,50
- altezza m. 3,15
- velocità max. 656 Km/h a 4800 m. d’altitudine
- tangenza 10.500 m
- autonomia 850 Km
- equipaggio 1 persona
- motore BMW 801 D-2, radiale a 14 cilindri, raffreddato ad aria, da 1.770 hp
- armamento 2 mitragliatrici MG 131 da 13 mm e 2 MG 151 da 20 mm
Il kit
Grande ritorno alla scala da me più amata, l’1/48, anche se mi sono trovato molto bene con gli ultimi kit in 1/72, apparsi su questa rubrica di modellismo.
Un grande kit della Tamiya in 1/48, riguardante sempre un velivolo in forza alla Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale: il mitico Focke-Wulf Fw. 190.
E’ inutile descrivere la qualità dei kit della ditta giapponese, in quanto sono forse i migliori in assoluto o comunque tra i primi in classifica.
Non ho incontrato difficoltà nell’assemblaggio del kit e pertanto l’uso dello stucco è stato veramente modesto.
Il modello è stato sempre costruito da scatola. Ho solo acquistato separatamente le fotoincisioni della Eduard art. FE 348 riguardanti l’abitacolo del velivolo preso in considerazione, anche se forse non erano necessarie.
Ho trovato nella scatola, con piacevole sorpresa un foglietto riguardante le pellicole mask da ritagliare per il tettuccio trasparente.
Il camouflage del Fw. 190, adottato verso la fine della guerra, era: superfici delle ali in RLM 74 e 75; superfici inferiori delle ali, della fusoliera ed intera deriva in RLM 76; superfici superiori della fusoliera in RLM 74 e 75 che sfumavano sui lati con il 76. Sulla parte della fusoliera in 76 comparivano “macchie oppure virgole irregolari” molto sfumate in 75.
Per la colorazione di questo velivolo ho usato lo spray Tamiya, in particolare l’AS 5 come RLM 76, mentre l’acrilico Lifecolor UA 072 ( FS 36132 ) come RLM 75, ed il Misterkit MK-LW06 per RML 74. Le macchie o virgole sono state fatte a pennello con il Lifecolor UA 072 (FS 36132). Ho notato però che c’era pochissima differenza di tonalità fra i due acrlici della Lifecolor e di M.K. Dopo il posizionamento delle decals ho voluto dare al modello un aspetto vissuto, dovuto all’usura e allo sporco, al fumo dei gas di scarico e dei bossoli, alle perdite di olio ed alle manutenzioni varie, cercando altresì di mettere in evidenza le linee delle pannellature, per poi sigillare il tutto con spray opaco trasparente.
Figurini e Mezzi
Per questo modello ho voluto abbondare per quanto riguardava la “sceneggiatura”, inserendo nel diorama mezzi e figurini.
Per prima cosa ho inserito due articoli della Tamiya.
Il primo il German aircraft power suppy unit con kettenkraftrad, con due figurini inclusi e bidoni vari; l’altro la Citroen traction 11CV – staff car.
Per quanto riguardano i figurini la scelta è caduta su quelli in metallo della Hecker & Goros, art. KSHG 4 e 33, riguardanti due piloti, un meccanico ed un generale tedesco.
La Citroen è stata dipinta con il TS 4 German Grey, mentre gli altri due mezzi con il TS 46 Ligth Sand. Tutti e tre i mezzi hanno poi subito dei lavaggi in marrone e nero opachi per accentuare l’usura degli stessi.
I figurini sono stati dipinti nei classici colori che riguardano piloti e meccanici della Luftwaffe, con smalti della Humbrol.
Mi sono reso conto purtroppo che, i figurini in metallo della Hecker & Goros, rispetto a quelli inseriti nel kit Tamiya sono leggermente più grandi, rispetto alla scala che rispecchiano.
Pertanto ho dovuto posizionarli nella parte opposta rispetto a quelli della Tamiya, in modo da fare notare meno la differenza.
Ho dovuto posizionare anche il generale lontano dalla staff car in quanto, anche questa, rispetto al figurino in metallo era leggermente sottodimensionata.
Infatti i figurini sono alti dai 4 ai ben 4,2 cm del generale che, raffrontato con la scala 1/48, diventano 1,92 m. e oltre.
Decisamente un po’ troppo alti. (va bene la razza ariana… però…)
Ambientazione
Per la base ho sempre utilizzato una semplice cornice cm. 30×38, senza la lastra di vetro.
Ho ricoperto la base con uno strato di colla vinilica, cospargendola poi con un miscuglio d’erbetta da modellismo e sabbia setacciata.
Ho spruzzato infine con verdi diversi e anche con uno spray color sabbia per accentuare il fondo secco e calpestato di una zona adibita a manutenzione dei velivoli.
Il modello, qui rappresentato, è un Fw. 190 versione A-8/R2, in forza al II/Jagdgeschwader 300, appartenuto all’Unteroffizier Ernst Schroder, nel novembre del 1944.
Buon modellismo 2008 a tutti!!
I miei prossimi modelli…
- il Polikarpov I-16 type 24 (kit Eduard in 1/48), un caccia russo della seconda guerra mondiale… russo !!??… Si proprio russo!
- il Supermarine Sptitfire Vb della RAF (kit Tamiya in 1/48)…
- il Fieseler Fi 156 Storch (kit Tamiya), il 100° kit della casa giapponese in 1/48…
Non in questo preciso ordine.
Per saperlo basterà cliccare su questo sito web…