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I Mistel, concepiti dalla Germania nazista per bombardare obiettivi specifici, erano degli aerei compositi formati da un aereo guida ed un altro che fungeva da bomba volante. Gli aerei, imbottiti di esplosivo, erano collegati ad un altro velivolo, un caccia Messerschmitt Bf. 109 (Mistel 1), e successivamente ad un Focke Wulf Fw. 190 (Mistel 2), con dei supporti metallici in cui passavano i comandi dell’aereo bomba.
I due aerei volavano così uniti fino alla zona delle operazioni e, dopo averla raggiunta, l’aereo guida indirizzava il bombardiere sul bersaglio e se ne separava per tornare alla base, mentre quello andava a esplodere sull’obiettivo. Nella composizione di questi complessi chiamati “ Mistel” (vischio), furono inizialmente impiegati degli Ju. 88 A; più tardi fu realizzata un’apposita versione che ne utilizzava le ali, i motori, parte della fusoliera e gli impennaggi di coda. Tutta la parte anteriore della fusoliera, era invece impiegata per l’esplosivo, disposto in modo fa formare una carica cava in grado di concentrare la potenza dell’esplosione in un unico punto.
Ad un certo punto si pensò di ricorrere a bombardieri pesanti Heinkel He 177 come elemento inferiore, dato l’inutilità di questi aerei per il Reich.
Il compito principale di questi aerei compositi fu la lotta anti-nave, per cui la carica esplosiva da 3800 Kg montata sul davanti aveva il compito di sfondare gli spessi scafi delle navi avversarie per creare il maggior danno possibile.
Fu anche impiegato contro le truppe alleate durante il D-Day, nel giugno 1944. I risultati furono però scarsi, data la supremazia aerea in cui si trovavano gli anglo-americani e i loro alleati.
All’inizio del 1945 si pensò anche ad un attacco contro la base inglese di Scapa Flow (*), partendo dalle sicure basi in Danimarca, ma il piano fu rapidamente scartato, mentre ebbero successo degli attacchi a diverse centrali elettriche nell’Unione Sovietica.
(*) Scapa Flow è una baia situata nell’arcipelago delle isore Orcadi, che si trovano all’estremo nord della Scozia.
La baia fu usata fino al 1956 come base principale dalla Royal Navy.
Durante la Seconda Guerra Mondiale era considerato un punto strategico della massima importanza, in quanto consentiva il controllo del Mare del Nord, e pertanto diventava un blocco marittimo per la Germania del Terzo Reich.
Le ultime settimane videro i Mistel essere parte integrante del piano di Hitler di fare terra bruciata davanti all’avanzata dei sovietici e degli Alleati, tanto che, gli ultimi esemplari rimasti furono utilizzati per la distruzione dei principali ponti sui fiumi della Germania, il Reno innanzi tutto, al fine di ritardare l’avanzata degli Alleati, ma anche sui fiumi Oder e Vistola, sempre per ritardare, in questo caso, l’avanzata dei sovietici.
Nel complesso, i Mistel non diedero i risultati sperati, e non fu applicato nemmeno il concetto che prevedeva l’uso di aerei a reazione.
Varianti:
Mistel 1 - Ju 88A-4 e Bf 109F-4
Mistel 1S - versione d’addestramento del Mistel 1
Mistel 2 - Ju 88G-1 e Fw 190A-8/F-8
Mistel 2S - versione d’addestramento del Mistel 2
Mistel 3A - Ju 88A-4 e Fw 190A-8
Mistel S3A- versione d’addestramento del Mistel 3A
Mistel 3B - Ju 88H-4 e Fw 190A-8
Mistel 3C - Ju 88G-10 e Fw 190F-8
Mistel 4 - Ju 287 e Me 262
Mistel 5 - Arado E 377A e He 162A-2
Il kit
Il grande ritorno alla scala 1/48 non poteva che essere festeggiato con un “grande” kit: il Mistel nella variante 2 della Dragon. Appena mi sono accorto che il negozio di modellismo Baracca di Monza aveva la disponibilità di questo kit, ho chiamato subito il proprietario, sig. Angelo, affinché mi tenesse una scatola da parte.
La scatola, bella grossa e pesante, conteneva numerose stampate in plastica e trasparenti, due confezioni di fotoincisione riguardante parte del pannello strumenti e le cinture di sicurezza per il Fw. 190; misere invece le decals, prive soprattutto di tutti gli stencil dello Ju 88 ed anche le istruzioni per il montaggio e camouflage, ridotte un po’ “all’osso”.
Il contenuto, pertanto, era davvero tanto, però il Fw. 190 non mi soddisfaceva molto.
Ho deciso di sostituirlo con un altro kit e la scelta era fra Eduard e Tamiya. Quello Eduard era molto particolareggiato, forse anche troppo, mentre il kit Tamiya molto più semplice. Ho deciso per la semplicità di costruzione a scapito della scenografia. Dando un’occhiata alle istruzioni sul web Eduard ho potuto constatare che il kit si presentava molto elaborato (soprattutto tutta la parte anteriore), mentre il modello Tamiya, nonostante la sua semplicità, la plastica è finemente incisa.
Ha richiesto particolare attenzione il collegamento finale dei due aerei, con prove preventive a “secco”, anche perché non appartenevano alla stessa scatola di montaggio.
Considerato che i velivoli sono due, prendiamoli in considerazione separatamente, cominciando dal:
Focke Wulf Fw. 190F-8
Il kit Tamiya è veramente semplice nella sua costruzione, ma per dare un maggiore realismo ho voluto acquistare il dettaglio in resina della Quick Boost in 1/48 gun barrels per Fw.190.
Sono partito, come al solito, dall’abitacolo dipinto con il dark grey UA133 della Lifecolor ( RLM 66 ), per poi eseguire dei passaggi in marrone opaco molto diluiti, al fine di dare a tutto l’interno dell’abitacolo stesso un aspetto vissuto
Per quanto riguarda i pannelli laterali contenenti le varie strumentazioni del cockpit ed il cruscotto del pilota sono stati dipinti in nero molto diluito, e poi evidenziata la strumentazione con la tecnica del “Dry Brush”.
Infine, sempre con la tecnica del Dry Brush, è stato nuovamente “ripassato” l’intero abitacolo con dell’alluminio per fare risaltare quelle sporgenze metalliche più esposte al contatto, facendo così evidenziare la perdita del colore originale e creando un aspetto “vissuto”.
Il camouflage standard del Fw. 190 era: superfici delle ali in RLM 74 e 75; superfici inferiori delle ali, della fusoliera ed intera deriva in RLM 76; superfici superiori della fusoliera in RLM 74 e 75 che sfumavano sui lati con il 76.
Sulla parte della fusoliera in 76 comparivano “macchie oppure virgole irregolari” molto sfumate in 74/75.
Per quanto riguarda i colori ho usato lo spray Tamiya AS 5 per il RLM 76, opportunamente schiarito, ripassandolo con del bianco opaco molto diluito, mentre gli acrilici Lifecolor UA073 (FS 36132) come RLM 75, e UA072 (FS 36081) come RLM 74.
Le macchie o virgole sono state fatte prima a pennello, poi sfumate, usando gli stessi colori Lifecolor.
Dopo il posizionamento delle decals ho voluto dare al modello un aspetto operativo (ma non troppo), evidenziando anche le linee delle pannellature, per poi sigillare il tutto con spray opaco trasparente.
Junkers Ju. 88G-1
Ho voluto costruire la versione da addestramento denominata Mistel 2S “Schule” (scuola) e, pertanto ho acquistato il dettaglio in resina dell’Aires riguardante il cockpit in 1/48 dello Ju 88, in verità della versione A-4 (ma gli interni erano abbastanza simili).
Ho incontrato un po’ di difficoltà nell’assemblaggio dello Ju 88, usando abbondante stucco e lavorando pertanto con carta abrasiva finissima. Dove ho potuto ho ricreato le linee delle pannellature andate perdute dal carteggio.
L’abitacolo in resina ha richiesto un’attenzione maggiore, considerato la fragilità del materiale e la scala abbastanza piccola. Il dettaglio in resina dell’abitacolo dell’Aires è veramente superbo!! E’ bastato dipingerlo, senza fretta, nel modo giusto ed il risultato è stato eccezionale!!
E stato pertanto dipinto in dark grey UA133 della Lifecolor ( RLM 66 ), per poi eseguire dei passaggi in marrone opaco molto diluiti, al fine di dare a tutto l’interno dell’abitacolo stesso un aspetto vissuto.
I pannelli contenenti le varie strumentazioni del cockpit sono stati poi “ripassati” con del nero opaco fluido, eseguendo poi dei “lavaggi” in modo da far risaltare le strumentazioni stesse con la tecnica del Dry Brush ( pennello asciutto).
Per quanto riguarda il cruscotto del pilota è stato dipinto in nero opaco diluito, facendo risaltare i contorni degli strumenti con la tecnica del dry-brush.
Infine l’intero abitacolo, sempre con la stessa tecnica, è stato nuovamente “ripassato” con dell’alluminio per fare risaltare quelle sporgenze metalliche più esposte al contatto, facendo così evidenziare la perdita del colore originale.
L’intero velivolo è stato dipinto in RLM 76 usando lo spray Tamiya AS 5, opportunamente schiarito ripassandolo con del bianco opaco molto diluito. Sull’intera parte superiore del velivolo sono dipinte delle “virgole” fatte prima a pennello, poi sfumate, in RLM 75 con il colore acrilico Lifecolor UA073 (FS 36132) e delle leggere linee serpeggianti in RLM 83 (Dunkel Grun), sempre con il colore acrilico Lifecolor UA054.
Dopo il posizionamento delle decals inserite nel kit e degli stencils della Tally-Ho per Ju. 88 (art. n. 48013), ho voluto dare al modello un aspetto minimamente operativo, creando delle leggere strisce dovute al fumo dei gas di scarico, ma mettendo soprattutto in evidenza tutte le linee delle pannellature.
Ho “sigillato” infine il tutto con spray opaco trasparente.
Figurini e veicoli
Ho voluto inserire nel diorama due veicoli e precisamente:
- kit della Tamiya in 1/48, riguardante la Kommandeurwagen German Steyr Type 1500, già utilizzata nel diorama del Do 17. E’ stata costruita da scatola e dipinta in german yellow (TS3 Tamiya), serpeggiato poi con in panzerbraun ( lifecolor UA082) e panzergrun (lifecolor UA083). Ha subito anche dei ripassi, con la tecnica del Dry Brush, con dell’argento per simulare le perdite di colore derivanti dall’uso, e con del marrone per simulare polvere e fango secco.
- KFz 305 da 3 ton. della Italeri art. 6606, dipinto in German Grey della Tamiya TS4. Come il kit precedente, ha subito dei ripassi, con la tecnica del Dry Brush, con dell’argento per simulare le perdite di colore derivanti dall’uso, e con del marrone per simulare polvere e fango secco.
Per quanto riguarda i figurini invece sono della ICM:
ICM art. 48085 “Luftwaffe groud personnel 1939/45”;
ICM art. 48082 “German Luftwaffe Pilots and Ground Personnel“
veramente bellissimi e poco costosi.
I figurini degli inservienti sono stati dipinti nel classico colore grigio uniforme (feld grau), con smalti della Humbrol.
Per quanto riguarda i piloti, anche questi sono stati dipinti nei classici colori che riguardavano le divise dei piloti della Luftwaffe, sempre con smalti della Humbrol.
Tutti i figurini sono stati poi schiariti ed ombreggiati con successive passate di colori chiari e scuri con tonalità simili al colore di base, al fine di dare profondità agli stessi.
Il diorama è stato “arricchito” con bidoni di carburante, casse di legno… tutti in resina marca Minimali.
Ambientazione
Per la basetta ho adoperato la solita cornice di legno, cm. 30×40, senza lastra di vetro.
Ho ricreato, usando della carta abrasiva molto fine tagliata a quadri ed incollata con del nastro bi-adesivo, una zona adibita alla manutenzione dei velivoli.
La parte circostante è stata ricoperta con colla vinilica e, sopra la colla ancora fresca, ho sparso della sabbia setacciata e dei piccoli sassolini.
Una volta ben asciutto ho tolto la parte eccedente della sabbia, cospargendo infine dell’erbetta usata nel modellismo ferroviario.
Ho spruzzato leggermente uno spray color sabbia, per accentuare il fondo polveroso e calpestato di una zona adibita a manutenzione dei velivoli. Ho “sigillato” poi il tutto con una bella spruzzata di trasparente opaco comprato in ferramenta.
In un angolo della basetta sono stati inseriti tre pini molto belli acquistati al Hobby Model Expo di Novegro, nel settembre scorso.
Marking
Il velivolo rappresentato nel diorama, è un MIstel S2 adibito ad addestramento, appartenuto al 2./KampfGeschwader 200, dislocato a Meresburg (Germania), nella primavera del 1945.
Le fotografie storiche ed i profili sono stati recuperati da vari siti web.
Devo completare ancora l’He 162 in 1/32… e, come regalo di Natale, il kit del Me. 110D-3 in 1/48 della Cyber Hobby (Dragon), senza bonus motori… Peccato!!
Un altro kit su cui mi piacerebbe “mettere le mani” è quello nuovissimo dell’Fw.189A-2, in scala1/48, della ditta Great Wall Hobby (sempre gruppo Dragon)… speriamo di riuscirci!!