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Una leggenda con le insegne del Sol Levante
Più noto con il nome di Zero, il Mitsubishi A6M Reisen fu il simbolo della potenza aerea giapponese nel Pacifico.
Moderno, potente, agilissimo, conquistò e mantenne a lungo la supremazia dell’aria e combattè dal primo all’ultimo giorno di guerra; fu battuto soltanto dai caccia dell’ultima generazione messi in campo dagli Stati Uniti.
Un po’ di storia...
Il Mitsubishi A6M era un caccia leggero in dotazione al Dai-Nippon Teikoku Kaigun Koku Hombu, l’aviazione della Marina Imperiale Giapponese, dal 1940 al 1945.
La designazione ufficiale si otteneva componendo la "A" per "aereo imbarcato", il "6" perché era il sesto modello costruito per la Marina Giapponese e la "M" iniziale del costruttore: la Mitsubishi.
L'A6M veniva solitamente chiamato dagli alleati con il nome "Zero", una denominazione a volte associata per errore anche ad altri aerei da caccia quali il Nakajima Ki-43.
Quando iniziarono le ostilità con lo scoppio della seconda guerra mondiale, lo Zero veniva ritenuto il miglior caccia imbarcato del mondo, perché associava una eccellente manovrabilità ad una autonomia molto estesa.
Nei primi combattimenti aerei, lo Zero si guadagnò una leggendaria reputazione come "cacciatore", ma nel 1942 le nuove tattiche di combattimento consentirono ai piloti alleati di ingaggiare duelli in termini più equilibrati.
La Marina Giapponese utilizzò frequentemente il velivolo anche basandolo a terra.
Nel 1943, le debolezze insite nel progetto originale e la crescente indisponibilità di motori aeronautici più potenti, portarono gli Zero a diventare meno efficaci contro i caccia americani di generazione successiva, dotati di maggiore potenza di fuoco, corazzatura, velocità, cominciando ad avvicinarsi ai livelli di manovrabilità dell'aereo giapponese.
Sebbene l'A6M nel 1944 fosse ormai superato, rimase in produzione fino alla fine della guerra.
Negli ultimi anni del conflitto, dei 10.937 esemplari prodotti, molti furono trasformati in kamikaze.
Il kit
Nella scatola sono inclusi:
Alcune recensioni sul web affermano che il kit Tamiya dello "Zero" è forse il più bel kit di questo velivolo e io non posso che essere d’accordo !!
La qualità dello stampo è eccezionale con quasi nessuna traccia di espulsione dello stampo.
La riproduzione del motore, in cinque pezzi, è molto ben fatta e con la sola aggiunta di alcuni cavi sarà sicuramente fantastico.
L'interno della cabina di pilotaggio (pavimento, strumentazione cruscotto e pareti laterali ) è reso talmente bene, che ho deciso di costruirlo praticamente da scatola!
Ho solamente fatto delle piccole migliorie prendendo spunto da un articolo apparso su Sky Model di giugno 2013 riguardante proprio questo kit.
Le parti trasparenti fornite nel kit sono davvero eccellenti e molto limpide, permettendo di mostrare l’interno dell’abitacolo lasciando aperta la finestratura.
Il montaggio
Ho iniziato la costruzione, come al solito, dalla cabina di pilotaggio.
Il livello di dettaglio del pozzetto è bellissimo e pertanto ho usato quello della scatola, nonostante sul mercato esista un after market in resina dell’Aires; un po’ di risparmio fa sempre bene !!!
L’intero abitacolo (pareti laterali, pavimento) è stato colorato in cockpit green (IJN) usando l’acrilico Tamiya XF71, mentre il cruscotto del pilota ed alcune strumentazioni laterali sono state dipinte in nero opaco, successivamente invecchiato e ombreggiato.
Gli strumenti del cruscotto sono stati tagliati, uno ad uno, dal foglio decal del kit e posizionati singolarmente all’interno delle cornici in rilievo del pannello.
Per essere sicuro che aderissero bene ho dato una spruzzata leggera di trasparente opaco.
Ho poi seguito dei "lavaggi" in modo da far risaltare le strumentazioni stesse nonché le nervature dei pozzetti con del marrone opaco molto diluito, al fine di dare a tutto l’interno dell’abitacolo stesso un aspetto vissuto.
Infine con la tecnica del dry brush (pennello asciutto) ho evidenziato le parti più sporgenti con del bianco opaco per creare un effetto di luce.
Tutte le altre superfici interne (resto interni fusoliera, pozzetti del carrello principale, struttura interna dei flaps) erano dipinte con una vernice protettiva blu-verde semitrasparente chiamata "Aotake".
Per riprodurla ho utilizzato i colori acrilici Tamiya, miscelando 3 parti di X13 metallic blue con una parte di X25 clear green, stesi su un fondo chome silver Tamiya AS12.
Come after market ho acquistato solamente il set in fotoincisione delle cinture di sicurezza dei velivoli giapponesi Eduard art. 49004, per dare maggiore realismo all’abitacolo, nonché il set in resina della Quickboost art. 48278 (cannoni alari e tubo di Pitot).
In realtà il set è per Ki61-I Hien ma, da un controllo accurato, ho potuto appurare che andava benissimo anche per lo Zero.
Colorazione e camouflage
Le decal erano per i tre velivoli appartenuti a:
Ho scelto di rappresentare lo "Zero" del maggiore Saburo Shindo, 582° Kokutai, Buin, Bougainville, giugno 1943. Il camouflage usato dalla Marina Imperiale giapponese era di questo tipo:
I colori pertanto usati per il camouflage sono stati i seguenti:
Un discorso a parte merita l’invecchiamento del modello.
E’ risaputo che gli Zero (e comunque tutti i velivoli del Sol Lrevante) avevano la mimetica molto logora causata dall’uso di vernici di scarsa qualità.
Nonostante tutto mi era capitato di leggere un articolo che spiegava che tutto questo era vero solo in parte.
Infatti, le numerose fotografie di velivoli del Sol Levante "scrostatissimi" si riferiscono sempre a velivoli sui quali la mimetica era applicata senza primer, spesso addirittura presso i reparti operativi, gli Zero imbarcati e a terra invece no.
Ho comunque voluto, senza però esagerare, dare al modello un minimo di invecchiamento considerato l’ambiente operativo, le manutenzioni varie, i rifornimenti e tutto quello che "subiva" un velivolo per essere sempre operativo al top.
Invece di dare il solito primer Tamiya ho dato su tutto il modello lo spray AS12 silver metal, che mi ha aiutato a scovare eventuali difetti di stuccatura e levigatura.
Dopo aver colorato l’intero camouflage del velivolo, dai colori più chiari a quelli più scuri, mascherando ogni volta, ho lasciato "riposare" il modello per un paio di giornate.
Infine, con molta attenzione e pazienza, aiutandomi con un cutter dalla lama nuova ho cominciato a rimuovere la vernice facendo comparire il colore alluminio del metallo.
Per smorzare poi i colori della mimetica, perché utilizzando gli spray Tamiya e non potendoli pertanto miscelare, i colori appaiono troppo "nuovi", ho "scarteggiato" tutto il modello con la carta abrasiva finissima rendendolo molto opaco e abbastanza vissuto.
Per preparare il modello all’applicazione delle decal e degli stencil, ho steso sullo stesso due strati di cera e, una volta ben asciutta, ho posizionando le stesse.
Dopo il loro posizionamento ho evidenziato le strisciate del fumo dei gas di scarico e dei cannoni alari, mettendo ben in evidenza le linee delle pannellature con del nero opaco, usando un pennellino 00.
Per finire ho "sigillato" il tutto con spray opaco trasparente.
Figurini e veicolo
Per quanto riguarda i figurini ho usato alcuni di quelli inseriti nel kit molto ben fatti, anche se le pose sono un po’ troppo da foto ricordo ….
I figurini dei piloti sono strati dipinti come da istruzioni riportate sul foglio Tamiya, e poi schiariti ed ombreggiati con successive passate di colori chiari e scuri con tonalità simili al colore di base, al fine di dare profondità agli stessi.
Anche il veicolo è strato dipinto come dal foglio istruzioni inserito nel kit, ombreggiato ed invecchiato.
Il Kurogane tipo 95 era un piccolo veicolo 4x4 usato dalle forze giapponesi nella seconda guerra mondiale per il trasporto di personale, ricognizione e collegamento.
Era caratterizzato da un motore a benzina raffreddato ad aria V2 e una robusta sospensione con pneumatici di grande diametro per migliorate capacità Off-Road.
Di questi veicoli ne sono stati costruiti circa 4.800 esemplari fino al 1944.
Ambientazione
Per la basetta ho adoperato la solita cornice di legno, cm. 25x30, senza lastra di vetro.
La basetta, molto semplice, è stata creata su due livelli alfine di dare una certa "vivacità" alla scena, dove ho inserito degli alti arbusti.
Il rialzo, molto piccolo, è stato creato usando un pezzo di polistirolo, debitamente tagliato, delimitato da una palizzata formata da tondini i legno usati nel modellismo navale, sostenuta da sostegni creati ad hoc; per gli arbusti invece ho usato della teloxis aristata spruzzata con un velo di colla spray e poi intinti, tenendoli per il tronco, in un recipiente contenente un prodotto che imita il fogliame marca Linea Secondaria art. 158H, acquistato insieme al mio amico Ezio al model Hobby di Novegro nel settembre scorso.
La basetta è stata ricoperta con colla vinilica e sabbia degli acquari usata anche per l’ambientazione del Corsair, lievemente colorata e cosparsa con dell’erba sintetica usata nel modellismo ferroviario.
Per completare il tutto ho cosparso la basetta di ciuffi d’erba della Green Line miste color verde e giallo erba secca "sigillando" poi il tutto con una bella spruzzata di trasparente opaco comprato in ferramenta.
La scena vuole rappresentare il velivolo pronto per una missione operativa dove, piloti e ufficiali, si scambiano consigli e informazioni.
Marking del Mitsubishi A6M - Zero
Profilo del velivolo personale del maggiore Saburo Shindo (*), 582° Kokutai, Buirn, Bougainville (arcipelago isole Salomone), giugno 1943.
I cenni storici, le fotografie storiche ed il profilo sono stati recuperati da vari siti web (in particolare wikipedia)... un grazie a queste fonti!
Conclusioni
A mio parere un bellissimo modello, del resto Tamiya è sempre Tamiya.
Praticamente il modello è stato costruito da scatola, limitandomi solamente a migliorarlo dal punto di vista scenografico, al fine di dargli un’impronta personale.
Buon modellismo a tutti !!!!
Il mio prossimo lavoro sarà un altro velivolo della Regia Aeronautica, il Breda Ba. 65 della Special Hobby in scala 1/48... certamente un kit non facile !!