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Il Dassault Mirage 5 è un monomotore a getto da caccia supersonico ad ala a delta progettato e prodotto principalmente dall'azienda francese Dassault Aviation dagli anni sessanta.
Derivato dal precedente Mirage III viene tuttora utilizzato da alcune aeronautiche militari mondiali ed è stato utilizzato più volte in operazioni belliche.
I Mirage 5F dell’Armée de l'air
Entrato in servizio nel 1972, il Mirage 5F, versione d'attacco costruita in 58 esemplari ad uso esclusivo francese (infatti la lettera F è sinonimo di "France") ha servito, fino al 1994, negli Squadroni sotto elencati:
Caratteristiche tecniche:
Il kit
Lo stampo è Kinetic, ma inscatolato dalla Wingman Models, e come potete vedere dall’immagine, all’interno della scatola c’è tutto di più... dettagli in resina dell’intero abitacolo con sedile, vano carrello anteriore, ruote, bombe, scarico motore, dettagli foto incisi con tubo di Pitot della Master, foglio mask, un grande foglio decal stampato Cartograf nonché un libretto per le istruzioni di montaggio, accompagnato da tutti i profili a colori dei ben 16 velivoli che si possono rappresentare, in natural metal e camouflage grigio acciaio/verde scuro.
Il tutto si compone di quasi 400 parti e lo stampaggio, nel complesso, è eccellente.
Le linee delle pannellature sono abbastanza marcate e, onestamente, a me piacciono così.
I carichi esterni usati per il modello sono stati i seguenti:
Il dettaglio della cabina di pilotaggio è in resina come il vano carrello anteriore, gli alettoni possono essere installati in posizione inclinata, mentre per il vano carrelli principale si poteva fare di meglio ma, una volta fissato alla basetta, non si vedrà quasi niente.
Ho scelto di rappresentare un Mirage 5F dell’Armée de l’Air, in natural metal.
Montaggio
Chiaramente, per questo kit non ho acquistato nessun after market, in quanto nella scatola non mancava proprio niente!
Ho iniziato la costruzione, come al solito, dalla cabina di pilotaggio, utilizzando il dettaglio in resina del kit il quale si adattava perfettamente alle due semi fusoliere.
Pertanto, dopo una colorazione eseguita con un colore grigio scuro, invecchiata tanto basta, messo in risalto pulsanti e "pulsantini" ho dato un leggero dry brush con del bianco opaco al fine di mettere in rilievo tutti gli spigoli creando delle sfumature di luce!
Il cruscotto, che comprende il pannello della strumentazione, anch’esso in resina, è stato incollato dopo averlo dipinto in nero opaco, "drybrushato" con il bianco opaco sugli spigoli per meglio evidenziarlo e messo in risalto la strumentazione e i vari pulsanti.
La vasca, una volta completata, è stata inserita in una semi fusoliera senza grossi problemi.
Il seggiolino in resina è stato dipinto anch’esso in grigio scuro, il sedile e lo schienale in olive drab, le cinture in grigio chiaro e le fibbie in argento/bianco in modo da renderle ben visibili. Purtroppo le cinture di sicurezza sono un tutt’uno con lo stampo del sedile e non foto incise, particolare che preferisco ma non si può avere tutto! Lo stesso è stato inserito nel vano abitacolo solo a costruzione finita.
Prima di chiudere le due semi fusoliere ho dovuto anche inserire la parte interna dello scarico motore, formato da un cilindro in resina, una parte sempre in resina che imita la ventola, le cavità delle prese d’aria e la parte iniziale del motore.
Tutta la parte esterna dei flabelli di scarico, colorati in alluminio, evidenziati i vari "petali" del cono di scarico e invecchiato è stato anch’esso incollato a costruzione completata.
E’ stato sporcato all’interno e un pochino anche all’esterno con polvere di carboncino, al fine di creare quella sfumatura cotta dovuta ai gas di scarico roventi.
Ho avuto un po’ di difficoltà con le prese d’aria in quanto, a incollaggio avvenuto, l’unione non era perfetta e rimanevano delle micro fessure.
Le stesse sono state riempite da prima con dei pezzetti di foglio di plastica della Evergreen da 0,25 mm e poi, successivamente stuccate.
Purtroppo nella carteggiatura alcuni dettagli superficiali sono andati persi, alcuni rifatti, altri purtroppo no!
Gli interni dei pozzetti del carrello principale e anteriore, gli interni dei portelli stessi e le gambe di forza dei carrelli sono stati dipinti in alluminio.
Ho poi seguito dei "lavaggi" leggeri all’intero dei pozzetti dei carrelli e delle gambe di forza degli stessi con del nero opaco molto diluito, al fine di dare al velivolo un aspetto vissuto.
I martinetti pneumatici dei carrelli e quelli di chiusura dei portelli sono invece stati dipinti in argento lucido.
Colorazione, camouflage e marking
I primi esemplari del Mirage 5F erano in natural metal, per poi passare ad un camouflage tattico in grigio acciaio/verde scuro con insegne prima ad alta e poi a bassa visibilità.
Ho deciso di fare un Mirage 5F con camouflage mimetico, tanto per complicarmi la vita!
Pertanto, il profilo del velivolo riprodotto è quello del Mirage 5F 13-PJ/19 "C", EC 02/013 "Alpes" – Tactical Air Meet – Ramstein (Germania), 1980.
Le istruzioni descritte sul libretto per la colorazione riportano i codici dei colori Humbrol e più precisamente:
Pertanto i colori usati sono stati i seguenti:
Prima della colorazione ho spruzzato su tutto il modello una mano di primer grigio Fine Tamiya.
Ho iniziato prima con le superfici inferiori usando lo spray Tamiya AS 26 (light ghost grey).
Le istruzioni citavano un dark ghost grey ma, in base anche alle innumerevoli foto trovate sul web, ho avuto l’impressione che il colore reale fosse più chiaro, o almeno così mi è sembrato.
Dopo alcuni giorni, a vernice asciutta, ho mascherato le superfici inferiori e dato a pennello l’intera superficie superiore in grigio acciaio usando l’humbrol 87.
Il verde scuro invece è stato dato a spray usando l’AS9 Tamiya al fine di creare quelle sfumature che a pennello è impossibile ricreare, previa mascheratura con i rotolini di Patafix e nastro adesivo di carta.
Dopo due "mani sottilissime" di cera, la posa delle decal, i lavaggi per evidenziare i pannelli, la mano finale di cera, il tutto è stato sigillato con del trasparente opaco.
Figurino
Per quanto riguarda il figurino ho usato uno in resina marca Aerobonus art. AEB480086.
Chiaramente non è francese ma si tratta di un pilota inglese, della guerra delle Falklands, anno 1982.
Considerato il periodo, anche se il divario è di quasi otto anni in più rispetto al Mirage, mi sembrava il figurino più "azzeccato".
La tuta di volo è stata dipinta verde scuro ed poi ombreggiata in un verde più chiaro.
Per dare luce e profondità allo stesso è stato leggermente di nuovo ombreggiato con del bianco opaco con la tecnica del "dry bush".
Ambientazione del modello
Per la basetta ho utilizzato la solita cornice in legno, delle dimensioni di 25 x 30 cm. senza lastra di vetro.
Ho fatto tagliare al reparto falegnameria del Leroy Merlin di Caponago un rettangolo di legno, altezza 1 cm di dimensioni adeguate, al fine di eliminare l’effetto "vasca"; è stato coperto con il biadesivo su cui sono stati incollati dei rettangoli di cartone di spessore 2/3 mm, al fine di riprodurre la pavimentazione in cemento.
E’ stato poi ricoperto con il pigmento della Tamiya 87115 "pavement effect light gray", leggermente carteggiato con carta abrasiva finissima ed evidenziate le linee di unione tra un rettangolo e l’altro con del nero opaco diluitissimo e polvere di bastoncini di carboncino.
Dopo la formazione della segnaletica orizzontale bianca che delimita la pista eseguita a spruzzo, previa mascheratura della zona interessata, la superficie è stata leggermente "invecchiata" e sporcata.
Lo spazio rimasto è stato riempito di vinavil e cosparso di sabbia fine e sassolini.
Una volta tolto il surplus è stato spruzzato con del sabbia chiaro e "drybrushato" con del bianco per creare un effetto 3D.
Per finire sono stati incollati piccolissimi cespugli e leggermente cosparso in alcune zone con dell’erba usata nel modellismo ferroviario; infine è stato incollato al fondo della basetta con del mastice universale.
L’opacizzazione è stata fatta usando un normale trasparente spray opaco comprato in ferramenta.
Profilo del Mirage 5F
Conclusioni
Un buon modello, forse un tantino complicato l’assemblaggio delle due prese d’aria ma nel complesso più che positivo.
Ora ho sulla mia mensola mi rimangono i kit dell’MB-339 della Frems, dell’F-4C della Eduard gentilmente regalatomi dall’amico Ezio e il Super Etendard SuE/SEM della Kinetic, il prossimo sarà il SEM Kinetic, al fine di completare la saga "francese"!
Nota: Alcune immagini e le informazioni tecniche sono state tratte da wikipedia.