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Indice
1. Introduzione.
Il diorama è nato da un’idea di Italo, il quale mi ha proposto di creare una scenetta nella quale lui doveva occuparsi della colorazione dei figurini e io della realizzazione di un piccolo veicolo, con l'obbiettivo di partecipare al concorso di Ingolstadt (D) a Maggio 2011.
La scelta dei soggetti è stata affidata a me, visto che comunque Italo non è molto ferrato nel periodo che va dalla seconda Guerra Mondiale ai giorni nostri, occupandosi prevalentemente di soggetti Medioevali, napoleonici ecc.
Era da un bel po’ che non mi cimentavo nella costruzione di mezzi terrestri, ed anche la mia esperienza nella riproduzione di ambienti extra aeroportuali, è piuttosto limitata.
Dopo rapida ricerca su internet, tra soggetti moderni, Viet Nam e WWII, ho optato per il periodo della seconda guerra mondiale, avendo trovato su Internet un set di tre serventi in resina della Hobby Fan, in divisa mimetica invernale, da accoppiare al potente cannone PAK 40 della consorella AFV.
Il tutto sarebbe dovuto essere posto su una basetta di dimensioni appena sufficienti a contenere il pezzo ed i figurini, senza che l'uno prevalesse per importanza sugli altri e viceversa.
Mi sono procurato i Kit e ho cominciato a pensare all'impostazione della scenetta, e qui è venuta fuori la mia propensione all'improvvisazione (pregio o difetto?).
Il progetto mi è sfuggito di mano, ho pensato di aggiunge l'angolo una casetta di campagna, la quale mi è venuta un po’ grande, per riempire lo spazio disponibile mi son detto " perché non aggiungere un piccolo veicolo?".
Pensando alle storie raccontatemi dal nonno Tedesco di mia moglie, 90 anni, ancora in vita, dal 1942 al 1945 in servizio nel battaglione da ricognizione della 6° Divisione Corazzata sul fronte orientale, ho pensato all'SDKFZ 251/17, di cui conserva gelosamente ancora una foto, scattata pochi giorni prima della fine della guerra e della demolizione dello stesso, effettuata dall'equipaggio, facendo esplodere una granata da 7,5 cm ne vano motore.
Dopo rapida ricerca ho scoperto che la Dragon produceva il Kit.
Entusiasmo ai massimi livelli, allargamento della basetta per contenere il semicingolato, che si è rivelato non essere "un piccolo veicolo" come pensavo.
Prova di ingombro del tutto e grande disappunto: va bé che verso fine guerra le divisioni Tedesche erano ormai ridotte al lumicino, ma un semicingolato e un PAK 40 con tre uomini a gestire il tutto non mi sembrava avere un senso a meno che i tre non fossero l’Uomo Ragno, Batman e Superman.
Poiché degenerare nel fantasy sarebbe stato veramente troppo, sono corso in garage, dove ho recuperato due scatole di figurini (Dragon e Tamiya), una confezione di teste Royal Model, un foglietto di fotoincisioni, equipaggiamenti e armi tratti da una confezione Dragon Gen 2, qualche accessorio dalla banca dei pezzi, ho buttato tutto in una scatola, agitato bene e ottenuto dei figurini Frankenstein per riempire con un minimo di senso la scenetta ormai degenerata in piccolo diorama.
Tutto contento ho portato il lavoro in sede, per farlo vedere a Italo, il capo progetto, il quale con la mascella quasi all'altezza delle ginocchia mi ha detto: "ma i figurini non dovevano essere solo 3 ? qui ce ne sono 9, sono 6 mesi di lavoro per dipingerli !"
Siccome difficilmente mi scoraggio ho immediatamente pensato ad una soluzione alternativa proponendo di tornare all'idea originale di sviluppare il cannone con 3 serventi assieme, e portare avanti il diorama con il semicingolato da solo, con risultati alquanto incerti, viste le mie limitatissima esperienza in fatto di figurini.
Con mio grande sollievo però, l'idea di fare qualche cosa di insolito anche per lui, ha preso il sopravvento, e abbiamo deciso di continuare con il progetto più ambizioso.
Definita la configurazione finale abbiamo anche potuto dare una collocazione temporale al tutto, Ungheria, Gennaio-Febbraio ’45 tra il lago Balaton e Budapest, zona di scontri poco conosciuti ma non per questo meno cruenti di battaglie più famose, dove Hitler, temendo il voltafaccia degli Ungheresi, ha bruciato le ultime riserve corazzate efficienti, prima per difendere la capitale Ungherese, poi per cercare inutilmente di liberare il consistente numero di divisioni colà accerchiate dai Russi.
Prima di iniziare a descrivere i dettagli della realizzazione del diorama, vorrei precisare che per render comprensibile l'articolo l'ho diviso in quattro parti: figurini, PAK 40, SdKfz 251, diorama.
In realtà abbiamo lavorato su tutto un po’ contemporaneamente.
2. Lista della spesa.
SDKFZ 251/17 Dragon + Set fotoinciso Eduard + canna KwK 38 Griffon Model + Serventi per PAK 40 Hobby Fan.
Dragon 6455, 11. Frw. PzGr Division Nordland.
Tamiya German soldier at field briefing.
Alcune teste sono state sostituite con referenze Royal Model (principalmente i pezzi Tamiya, essendo quelle Dragon di qualità già sufficiente).
Sono stati utilizzati anche numerosi pezzi tratti da set di aftermarket Part, Griffon, Aber, JB model, AFV per caricatori e bossoli da 20 mm, casse e proiettili da 75 mm, cassette per munizioni MG 7,92 mm. ecc.
3. Figurini.
L'impostazione generale del diorama è stato da me curato, il posizionamento esatto dei singoli figurini è stato concordato con Italo, io mi sono occupato della costruzione, delle modifiche e della pittura di qualche arma ed elmetto.
Italo ne ha curato invece la pittura generale.
I serventi PAK 40 sono stati costruiti da scatola, unica modifica, la rotazione della mano sinistra dell'addetto al caricamento del pezzo, originariamente scolpita col palmo in alto, una posa abbastanza innaturale, a cui ho posto rimedio,tagliando la mano e ruotandola palmo in basso.
Non una soluzione ideale, ma sicuramente un miglioramento.
Ho utilizzato le decals con rivetti in rilievo della Archer per riprodurre le chiodature sotto le suole degli scarponcini, quando visibili, altrimenti desolatamente lisci.
Lavoro inutile: le suole sono state coperti da un abbondante strato di neve che ha nascosto il tutto!.
I cinghioli dei binocolo in mano al capo pezzo, sono stati realizzati con filo di rame schiacciato con le pinze a becco piatto.
Gli altri figurini sono il risultato di un cocktail delle due scatole citate sopra.
Non essendo uno scultore ho apportato modifiche marginali, come già citato ho sostituito alcune teste con referenze Royal Model.
Qualche mano ha cambiato proprietario per meglio adattarsi all'arma in dotazione, il colbacco del sottufficiale Dragon col PPSH (sostituito da un KAR 98), dopo essere stato testurizzato con la colla liquida, è finito in testa all'ufficiale in ginocchio il quale sorregge un MP 40 al posto del meno consono Panzerfaust.
Il soldato che scarica le munizioni dal semicingolato è stato fatto accoppiando il busto del fuciliere in piedi con Stg 44 e le gambe dell'ufficiale con la pistola.
Un pò di ammennicoli appesi al cinturone hanno nascosto la differenza di diametro tra busto e bacino.
Qualche porzione di cinturone è stata ricostruita in nastro per mascherare, cosi come la tracolla dei tubi porta maschera anti-gas, del contenitore per le canne dell'MG 42, le bindelle delle armi.
Spalline foto-incise sono state utilizzate per adornare i due figurini con cappotto, tagliandole col cutter quando coperte dal bavero.
Con la mini fresa ho scavato i polsini delle giacche o cappotti, quando non serrati da bottoni o lacci.
Una mano di Grigio chiaro 147 Humbrol (avevo finito il primer) ha uniformato il tutto e posto fine alla preparazione.
Dopo chi che la mano è passata ad Italo per la parte più importante: la colorazione.
4. PAK 40.
Il pezzo è stato costruito praticamente da scatola, ho ricostruito solamente i ganci dello scovolo, i supporti della pala e alcuni particolari in prossimità dei vomeri, con lamierino di rame e fotoincisioni di recupero.
La parte gommata delle ruote è stata incisa con un taglierino per simulare i danni dovuto alla percorrenza su strade sterrate.
Non ho ritenuto opportuno comprare set di miglioria, in quanto ho ritenuto le fotoincisioni contenute nel kit sufficienti.
Come tutti sanno i mezzi corazzati tedeschi, dal ’43 in poi, uscivano di fabbrica colorati di giallo sabbia scuro.
Ho però ritenuto opportuno differenziare la colorazione del PAK 40 da quella del semicingolato, adottando la precedente colorazione in Panzergrau coperta da vernice lavabile bianca.
Vi è documentazione fotografica che dalla seconda metà del ’44, diversi mezzi usurati od obsoleti, in servizio nelle scuole o in unità di seconda linea, sono stati frettolosamente inviati alle unità di prima linea, per compensare le enormi perdite subite, alcuni di essi ancora colorati in Panzergrau.
Non ho trovato alcuna foto di PAK 40 in tale colore nel 1945, ma lo spirito dell'artista ha prevalso su quello dello storico, la cosa poteva essere plausibile, l'ho fatta.
Ho cominciato con il Panzergrau Tamiya, di proposito schiarito solo leggermente in alcuni punti, poiché l'idea era quella di creare una scena piuttosto cupa, con colori scuri e poco contrastati per dare l'idea di una fredda e poco soleggiata giornata invernale.
Sono seguite due mani generose di Cera Future date ad aerografo, dopo qualche giorno o proceduto a pitturare la mimetica invernale bianca.
Qui ho voluto sperimentare la tecnica della lacca: l'ho prima spruzzata in un vasettino di plastica, poi l'ho data ad aerografo sul pezzo.
Poco dopo è seguita una mano irregolare di Bianco opaco Tamiya.
Dopo pochi minuti, ho cominciato a creare le scrostature più estese sciogliendo lo strato di lacca con un pennellino bagnato in acqua calda.
I graffi più sottili sono invece stati creati direttamente con la punta del cutter.
Con acrilico Vallejo bianco ho ritoccato il colore, schiarendo il bordo inferiore di alcuni graffi per dare profondità al tutto.
E’ seguito un lavaggio generale in nero, per spegnere il bianco e creare le prime colature di acqua e sporcizia e, a distanza di qualche giorno, lavaggi mirati in Terra di Kassel, terra di Siena Bruciata, sempre a olio, per simulare la ruggine.
I piccoli dettagli quali scovoli, volantini alzo e brandeggio, pale ecc. sono stati dipinti a pennello con smalti Humbrol, acrilici Vallejio e colori a olio, alcuni già incollati sul pezzo altri a parte.
Ho riprodotto l’usura della vernice che lascia trasparire il metallo nella zona dell'otturatore con un leggerissimo dry brush di metallizer Humbrol e Model Master acciao bruciato, gun metal e acciaio.
Il racconto continua nella seconda parte...
Roberto “Target” Colaianni e-mail roberto.colaianni@alice.it [Gallery] 28.02.2012 |