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5. Sdkfz 251.
Ho saltato direttamente il primo riquadro delle istruzioni, prevedeva l'installazione di batteria, trasmissione e serbatoio sotto il piano di calpestio del vano di carico, mi domando a che servano se poi il tutto viene chiuso ermeticamente e i particolari rimangono invisibili, a meno di non fare un mezzo completamente distrutto.
Anche la lunga fotoincisione che deve essere incollata sule fiancate dello scafo.
dietro alle ruote del treno di rotolamento non si vede poi molto.
Costruire questo tipo di mezzi richiama molto la costruzione di un aereo: bisogna prima dettagliare e pitturare "il cockpit" chiudere la "fusoliera" e dipingere gli esterni.
Ho completato il pianale ed il treno di rotolamento, avendo cura di non incollare le ruote motrici per poter installare i cingoli dopo aver ultimato la colorazione di questi ultimi separatamente.
Anche le tre ruote più esterne di ogni lato non sono state incollate subito per poter meglio dipingere quelle più interne.
Dopo aver mascherato i trasparenti dei visori ho messo mano all'aerografo, prima mano di Tamiya German Gray, (il grigio è servito solo a "spegnere" la brillantezza del colore successivo) seconda mano di Dark Yellow, terza mano Dark Yellow del schiarito con bianco, quarta mano, solo sulle (poche) linee di pannellatura e negli interstizi di Tamiya Smoke e velatura finale con il colore di base per uniformare il tutto.
Graffi eseguiti con a pennello con Vallejo acrilici, prima con un colore crema e poi, al centro dei graffi crema, con il German gray.
I particolari interni sono stati colorati a pennello con acrilici Vallejo a parte i caricatori nelle riservette laterali, per i quali ho usato smalti Humbrol.
Essendo gran parte degli interni in ombra, una volta chiuso il modello, ho cercato di far risaltare i dettagli con una colorazione piuttosto chiara, e con particolari abbastanza contrastati.
La cosa mi era riuscita perfettamente, peccato che poi ho esagerato con i lavaggi a olio che hanno scurito e appiattito il tutto.
Il tempo stringeva, Maggio si avvicinava, ho quindi reputato di non ridipingere il tutto ma di andare avanti cosi, peccato.
Terminati gli interni ho incollato la parte superiore, qualche leggera stuccatura e via di nuovo con l'aerografo.
La colorazione degli esterni è stata effettuata come quella degli interni.
Il nonno di mia moglie non ricorda fosse usanza del suo reparto scrivere nomi femminili sui mezzi, però l'idea mi intrigava, e così, pennellino alla mano, ho scritto "Elfi", il nome di sua moglie, sul lato destro del cofano motore.
Una mano di cera Future, decals, seconda mano di Future, ed il veicolo è pronto per la mimetica invernale.
Devo dire che, vedendolo bello giallo, mi sono chiesto se non fosse meglio invecchiarlo così com'era anziché "imbiancarlo"; ho concluso che giallo sarebbe stato troppo appariscente, avrebbe attirato immediatamente l'attenzione dell'osservatore, che l'avrebbe identificato immediatamente come il soggetto principale del diorama.
Io volevo invece creare una scenetta in cui non vi fosse un soggetto principale, ma un insieme amalgamato di mezzi e uomini che si confondevano con il paesaggio e gli oggetti circostanti, come sarebbe potuto succedere in una fredda mattina invernale.
Anche in questo caso ho utilizzato la tecnica della lacca per capelli, come già fatto per il PAK 40.
Ho cercato i differenziare l'invecchiamento del semicingolato da quello del cannone, scrostando zone più ampie, e abbondando con ruggine e colature di sporco (colori a olio terra di Cassel, terra di Siena bruciata, grigio di scuro).
La ruggine sulla marmitta è stata riprodotta con una mano di nero a olio testurizzato con polvere di gessetto di varie tonalità marrone, rosso e ocra.
L'invecchiamento si è concluso con l'applicazione di vari strati di neve, lavata con acrilici molto diluiti o pura sulla parte bassa del veicolo e sul treno di rotolamento.
6. Diorama.
Come già avete capito leggendo le prime righe dell'articolo, più che progettare il diorama, l'ho improvvisato, sono partito con un'idea e ho cambiato in corso d'opera.
Visto che vi ho già annoiato con la storia dell'evoluzione, passo direttamente a descrivere le fasi costruttive del diorama nella sua configurazione definitiva.
Il tutto è stato costruito su base di espanso isolante per edilizia, incollato su cornice "arte povera" reperita in un centro commerciale.
Non avevo sufficiente spazio per creare dei rilievi del terreno significativi, per cui lo sviluppo verticale oltre che dalla casa e dalla betulla, è dato da una piccola porzione di ambiente palustre, ricavata di fronte al PAK 40.
I sassi sono veri, l'acqua è stata riprodotta con resina Prochima, la trota marrone è un pezzo in metallo bianco passatomi da Italo.
In caso qualche accanito pescatore leggesse l'articolo, ammetto che ho sbagliato: la puntinatura avrebbe dovuto essere più fitta, ma dopo qualche mese passato sul pezzo, sinceramente cominciavo ad averne... abbastanza ed ho un po’ accelerato sui dettagli minori.
Per la recinzione ho utilizzato listelli per modellismo navale.
La casetta è interamente auto-costruita.
La base in pietra ed il camino, sono state realizzate con mattoncini Plus Model, incollati con colla vinilica, "lavati" con acrilici Vallejio diluitissimi, per creare una sufficiente varietà cromatica.
Per simulare uno strato di intonaco ormai quasi completamente degradato, ho usato del gesso ceramico, insistendo di più nella parte bassa del camino.
Le pareti sono realizzate in listelli di balsa a sezione quadrata da 8 mm di lato e smussati rozzamente sugli spigoli con un taglia balsa.
L'intelaiatura del tetto e stata realizzata in maniera approssimativa in listelli di diverse sezioni e tipi di legno (in parole povere rimasugli), e poi rivestita con i peli di tre vecchi pennelli usati per dare impregnante sugli infissi di casa mia!
Le tonalità dei peli erano leggermente diverse, una leggera passata di impregnante data sul tetto ultimato, ha uniformato il tutto.
Non volendo coprire completamente di neve il tetto della casetta, che mi è sembrato molto realistico, ho dovuto quindi ipotizzare un periodo in cui la neve cominciasse a sciogliersi.
Ho quindi optato per un terreno misto neve-fango.
Ho quindi gradualmente coperto la base in isolante, con colla vinilica ed un sottile strato di DAS bianco.
A mano a mano che coprivo porzioni di terreno, imprimevo le impronte di cingoli, scarponi, casse, veicoli ecc.
Asciugato il tutto ho incollato a caso, sui bordi di molte delle impronte, un po’ di sabbiolina fine.
Servirà a riprodurre il fango sul bordo delle pozzanghere o la neve spostata sul bordo delle impronte stesse.
La neve è stata realizzata con un impasto di bicarbonato, acqua e colla vinilica non chiedetemi le percentuali, io seguo le norme UNI-A-OCCHIO.
L'ottima betulla è stata costruita e pitturata da Italo.
Per la sua realizzazione ha usato rametti di... betulla, tagliati e incollati con colla vinilica e pitturata con acrilici Vallejo.
Per fare rendere l'aspetto del diorama più realistico, avrei voluto fotografarlo con un reale paesaggio innevato come sfondo, ma visto che a Maggio difficilmente nevica dalle mie parti, ho provato a mettere sullo sfondo stampe di foto di paesaggi invernali in formato A3.
Ho proceduto velocemente, senza curarmi troppo dell'abbinamento dei colori e delle ombre, ma sono rimasto stupefatto dal realismo che è possibile ottenere e nello stesso tempo dalla semplicità di questo metodo, e stò già pensando come poterlo applicare ai prossimi soggetti che intendo realizzare.
7. Ringraziamenti e triste epilogo.
Vorrei ringraziare Italo, per la colorazione dei figurini, ma soprattutto per l'entusiasmo con cui ha portato avanti la sua parte del progetto che non avrebbe mai visto la luce senza la sua collaborazione, e mia moglie Jana per la pazienza dimostrata quando, avvicinandosi la data del concorso di Ingolstadt, le serate passate "sul pezzo" sono diventate sempre più frequenti.
Purtroppo, durante un evento modellistica nel 2011, ben tre figurini mi sono stati rubati.
Il capopezzo in ginocchio col binocolo, l'ufficiale in ginocchio col colbacco, ed il mitragliere in piedi ultimo della fila.
L'organizzazione dell'evento ha provveduto a ricomprarci i pezzi sottratti, e nel momento in cui queste righe verranno pubblicate, saremo già al lavoro per rimettere il tutto a posto.
Sommario
Roberto “Target” Colaianni e-mail roberto.colaianni@alice.it [Gallery] 28.02.2012 |