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Arado Ar. 196 - Marco Vergani

L'Arado Ar. 196 era un idroricognitore marittimo a scarponi ad ala bassa prodotto dall'azienda tedesca Arado Flugzeugwerke GmbH, ed è stato il principale idrovolante da ricognizione biposto della Kriegsmarine durante la seconda guerra mondiale.
L'Ar. 196 era imbarcato a bordo di navi da battaglia e incrociatori della Kriegsmarine per essere impiegato come ricognitore, ma fu dislocato anche negli idroscali per il pattugliamento costiero, operando così su tutti i teatri europei dall'oceano Atlantico al Mar Nero.




Il velivolo era un monoplano monomotore, ad ala bassa; la struttura era interamente metallica, con fusoliera a sezione quadrata, rivestita con pannelli in lega leggera nella parte anteriore, mentre il posteriore aveva rivestimento in tela.
L'abitacolo ospitava 2 membri d'equipaggio, disposti in tandem: il pilota ed un osservatore-mitragliere.
I prototipi vennero completati nel 1937 e videro la luce in due configurazioni diverse: due macchine avevano due galleggianti affiancati in posizione centrale mentre le altre due erano dotate di un solo galleggiante centrale e due più piccoli, con funzione di stabilizzatori, posizionati sotto le estremità delle ali.
La propulsione era affidata ad un motore BMW 132K posizionato sul muso, un radiale 9 cilindri a singola stella raffreddato ad aria racchiuso in una cappottatura bugnata ed abbinato ad un'elica bipala.
Le prove in volo non fecero emergere sostanziali diversità fra le due varianti ed , alla fine, venne scelta la configurazione con il doppio galleggiante.
L'aereo venne ordinato in versione imbarcata, destinato ad essere lanciato dalle catapulte delle navi della flotta, ed in versione da ricognizione costiera.
Nella versione imbarcata le ali erano incernierate, direttamente al bordo d'attacco alla fusoliera, e potevano essere ripiegate all'indietro, previa rimozione del montante posteriore di collegamento tra il galleggiante e la superficie inferiore dell'ala.
L'armamento difensivo era costituito inizialmente da 1 mitragliatrice, ma arrivò a comprendere 3 mitragliatrici (una binata MG 81Z a disposizione dell'osservatore ed una frontale), 2 cannoni da 20 mm (affogati nello spessore alare).
Nelle rastrelliere agganciate alle ali, potevano essere alloggiate due bombe da 50 kg ciascuna.
Negli anni l'Ar 196 venne migliorato tramite l'installazione di motori BMW 132 di maggior potenza, dotati di elica tripala, e di equipaggiamento più moderno (in particolare l'apparato radio), ma la struttura rimase sostanzialmente invariata.
In sostanza gli Ar. 196 operarono in ogni teatro bellico costiero mentre la versione imbarcata venne affidata a tutte le principali unità della Kriegsmarine: Admiral Graf Spee, Deutschland, Scharnhorst, Gneisenau, Admiral Scheer, Admiral Hipper e Prinz Eugen (solo per citare le più note).
Il maggior successo ottenuto dagli Ar 196, fu la cattura del sommergibile inglese HMS Seal, avvenuta il 5 maggio 1940.


Arado Ar. 196

Dati Tecnici:
Costruttore: Arado Flugzeugwerke GmbH
Ruolo: idroricognitore marittimo
Esemplari costruiti: 541
Equipaggio: 2 persone (pilota e osservatore/mitragliere
Lunghezza: m. 11,0
Apertura alare : m. 12,40
Motore: radiale BMW132K da 960 hp
Velocità max: 310 Km/h
Autonomina: 1070 Km
Tangenza: 7000 mt
Armamento: 1 MG 81Z da 7,92 mm.
2 cannoni MG FF da 20 mm.
2 bombe SC 50 da 50 Kg




Il kit
Avevo deciso di abbandonare definitivamente la scala 1/32 ma le immagini del kit dell’Ar. 196 sul web mi hanno fatto cambiare idea.
Considerato poi che stavo già costruendo questo kit in scala 1/48 della Italeri ma un incidente di percorso mi ha costretto a desistere, però... rimastami la voglia, ho deciso di acquistarlo e costruirlo.
La confezione, di dimensioni generose contiene:

  • 177 stampate in plastica color azzurro/grigio chiaro;
  • 17 pezzi in plastica trasparente per il tettuccio;
  • Un foglio decals che consente di realizzare due soggetti, e precisamente:
    • Arado Ar 196 A-3, appartenuto al SeeAufklärungsGruppe 126, dislocato a Kalamaki, Creta, nel gennaio 1943;
    • Arado Ar 196 A-3, appartenuto al 1./Bordfliegerstaffel 196, dislocato sulla corazzata Tirpitz, nell’estate del 1943;
  • Un foglio istruzioni molto bel dettagliato, con la sequenza numerata progressivamente al fine di garantire la costruzione del kit in modo accurato.

Quello che lascia subito favorevolmente impressionati è la qualità dei dettagli.
L’effetto della tela sulla fusoliera e sulle superfici di controllo è riprodotta in maniera molto naturale, così come le pannellature metalliche, le relative linee di separazione in negativo, ed i rivetti resi sia in positivo che negativo.
L’abitacolo, dettagliatissimo, segue la stessa filosofia costruttiva di quella del soggetto reale, ossia pavimento, intelaiatura e rivestimento in tela.
Infatti, proprio come nella realtà, questa è costituita dalla struttura interna della fusoliera, mentre l’intero cruscotto, il pannello strumenti posteriore con radio e quadranti sono stati riprodotti in modo eccezionale, in rilievo, facilitando la loro verniciatura.
Le cinture di sicurezza sono state stampate direttamente sui due sedili e, pertanto, ho preferito rimuoverle installando quelle foto incise della Eduard, al fine di dare un tocco in più di realismo.
Il super dettaglio continua con il motore, degno di nota per il suo alto livello di riproduzione, che include le aste di spinta, il parafiamma del vano motore ed il serbatoio del carburante.
Tutti i cofani motore hanno la possibilità di essere lasciati aperti, facendo intravedere la castellatura del motore e l’ottima replica del propulsore radiale BMW.
Le ali possono essere poste sia ripiegate che in posizione normale.
A questo proposito però bisogna ricordare che solo gli Ar. 196 imbarcati sulle unità della Kriegsmarine avevano le ali incernierate che potevano essere ripiegate all'indietro.
Avendo scelto di riprodurre l’Ar. 196 dislocato a Creta ho assemblato il modello con le ali in formazione di volo.
Tutte le superfici di controllo sono stampate separatamente e pertanto possono essere posizionate a piacere.
I due galleggianti sono forniti in tre pezzi molto ben dettagliati.
Forse l'aspetto più impegnativo e delicato al tempo stesso, è la fase di montaggio dei montanti che collegano i galleggianti al velivolo stesso, ma Revell ha voluto creare questo passaggio il più semplice possibile, stampando ogni singolo montare in un pezzo unico.
Un’altra scelta curiosa dei progettisti Revell riguarda il tettuccio, in questo kit molto particolare: infatti è composto da più parti, cosa che da un lato rende possibile una notevole sottigliezza delle superfici vetrate, ma dall’altra richiede cura in fase di incollaggio, affinché questo non sia visibile.




Conclusioni finali
Anche se il kit non include fotoincisioni o altri extra, il modello è davvero molto bello, non solo a livello di accuratezza e dettaglio, ma anche perché si ha l’impressione che la scomposizione delle parti sia stata studiata, oltre che per conferire il massimo realismo anche per facilitare al massimo la fase di costruzione.




Assemblaggio
Per la costruzione di questo kit ho voluto acquistare questi articoli:

  • foglio mask della Eduard EDU-33076;
  • fotoincisioni della Eduard EDU-32691 riguardanti le cinture di sicurezza dei seggiolini;
  • fotoincisioni della Eduard EDU-33076 riguardanti gli interni (cruscotto e apparecchiature radio ecc.)

Come al solito si parte dall’abitacolo che, ribadisco, bellissimo e dettagliatissimo, è stato dipinto in RLM 02, usando lo smalto della Model Master 2071.
Per dare poi profondità e risalto allo stesso ho eseguito poi un lavaggio con del marrone opaco molto diluiti, al fine di dare a tutto l’interno dell’abitacolo stesso un aspetto vissuto.
Infine con il colore alluminio, usando la tecnica del Dry Brush (pennello asciutto), ho evidenziato la perdita di colore delle parti più sporgenti.
Per quanto riguarda il cruscotto del pilota ed i pannelli degli strumenti radio, dipinti in RLM 66, ho fatto risaltare i contorni degli strumenti sempre con la tecnica del Dry Brush, erano talmente ben dettagliati che ho preferito non usare le fotoincisioni della Eduard.
Non ho avuto grossi problemi riguardo all’assemblaggio del kit, solo una particolare attenzione ha richiesto l’unione del velivolo con tutta la parte dei galleggianti e montanti.
La modifica sostanziale riguarda gli scarichi del motore, poiché i terminali degli stessi non avevano abbastanza profondità.
Pertanto ho creato la profondità usando una lamina di stagno recuperata da una bottiglia di spumante.
Ho prima appiattito molto bene la lamina, tagliando poi due striscioline della lunghezza giusta e attaccandole con l’attack ai terminali dei due scarichi.
Ho stuccato, levigato con carta abrasiva, dato una mano di primer, colorati con nero opaco ed infine ripassati con color ruggine Humbrol 113, usando la tecnica del dry brush.




Il camouflage del modello
Nel 1933 gli aerei navali erano interamente verniciati in argento, Silber RLM 01.
Nel 1935 venne introdotto un nuovo schema mimetico, dove gli aerei venivano verniciati interamente con il Grau L40/52 o con lo RLM 02, mentre i galleggianti rimanevano in Silber RLM 01.
Con il L. Dv 521/1 emanato nel 1938, venne disposta la colorazione della superficie superiore delle ali con il Gelb RLM 04.
Nel 1939 però, con l’approssimarsi degli eventi bellici, agli aerei della Luftwaffe che operavano dalle basi vicino alle coste e destinati al pattugliamento marittimo, oppure impiegati come aerosiluranti e antinave, il ReichsLuftfahrtMinisterium, impose nuove disposizioni sulla mimetica da adottare.
La nuova livrea mimetica, fatta con il classico Splinter, era del tutto somigliante a quella dei velivoli continentali, ma con colori leggermente diversi, e più precisamente:

  • RLM 72 DunkelSeeGrun ed RLM 73 MittelSeeGrun per le superfici latero-superiori;
  • RLM 65 per quelle inferiori.

Da ricerche su Internet ho potuto però apprendere che, a partire dall’anno 1942 venne utilizzato solo l’RLM 72 a causa del degrado dell’RLM 73.
Infatti quest’ultimo colore con l’uso assumeva una tonalità troppo giallastra e quindi incompatibile con l’ambiente marino dove il velivolo operava abitualmente.
Invece il colore RLM 72 degradandosi prendeva una colorazione grigiastra, più compatibile all’ambiente operativo.
Ho pertanto deciso di colorare il modello con i soli RLM 65 e 72... sperando di aver fatto la scelta corretta!!
Comunque c’è da tenere presente che a causa del prolungarsi della guerra, il reperimento delle materie prime per la fabbricazione dei colori si complicava sempre più, soprattutto per la Germania nazista che subiva i continui e devastanti raid dei bombardieri alleati.
Si iniziava pertanto ad usare pigmenti di bassa qualità, causando il deterioramento precoce del colore.
E’ impossibile, a mio parere, ottenere una colorazione precisa e pertanto sarà compito del modellista invecchiare e scolorire la mimetica, tenendo conto sempre della scala del modello, del grado di bravura di ognuno di noi ma, soprattutto, del buon senso...

Pertanto la colorazione dell’Arado 196A-3 preso in esame è stata: superfici superiori delle ali, dei galleggianti e dell’intera fusoliera in RLM 72, mentre le superfici inferiori del velivolo, dei galleggianti e dei montanti in RLM 65.
Per dipingerlo ho usato lo smalto della Model Master 2082 RLM 72 dato a pennello, mentre per le superfici inferiori RLM 65, lo spray Tamiya AS 5.
Le estremità inferiori delle ali e della carenatura motore sono state dipinte in giallo, usando l’acrilico della Lifecolor UA 140 FS 33538 (gelb RLM 04).
Per quanto riguarda invece la fascia bianca in fusoliera (weiss RLM 21) ho usato lo spray Tamiya AS 20, dopo, ovviamente, opportune mascherature.
Dopo il posizionamento delle decals inserite nel kit, ho voluto dare al modello un aspetto operativo, creando delle leggere strisce dovute al fumo dei gas di scarico, ma mettendo soprattutto in evidenza tutte le linee delle pannellature.
Tenendo conto che il velivolo operava in ambiente marino (acqua ed aria salmastra), e che i galleggianti erano quasi perennemente in acqua, ho voluto conferire al velivolo un aspetto vissuto, scrostando i galleggianti dalla vernice mettendo a nudo il metallo, senza però esagerare.
Ho “sigillato” infine il tutto con spray opaco trasparente.




Figurini
I due piloti sono di marche diverse.
Uno è dell’Aires art. n. F2001 WWII Fighter, mentre l’altro è della CMK art. F32152.
Entrambi sono stati dipinti nei classici colori che riguardavano le divise dei piloti della Luftwaffe con smalti della Humbrol.
I due figurini sono stati poi schiariti ed ombreggiati con successive passate di colori chiari e scuri con tonalità simili al colore di base, al fine di dare profondità agli stessi.


Ambientazione
Ho usato una cornice in legno di ca. 2 centimetri di altezza e dimensioni 30x30 cm., utilizzando il piano di cartone pressato, il quale è stato fatto aderire alla cornice di legno utilizzando del silicone che è servito anche da sigillante.
Ho creato con una lastra di polistirolo pressato un “angolo” di molo, colorandolo poi in un grigio cemento.
Nello spazio vuoto della cornice ho versato un chilogrammo di vinavil, il quale mi è servito solamente per creare uno strato più consistente di “mare”.
Una volta fatto ben asciugare lo strato si colla vinilica, ho inciso sulla superficie le due sagome dei galleggianti per poi asportarle, adagiando negli incavi venutesi a creare i galleggianti stessi.
Infine, sopra lo strato di vinavil, vi ho modellato sopra un leggerissimo strato di resina della Vallejo, colore blu Mediterraneo, da una confezione da 200 ml. usata anche per l’ambientazione del Dornier Do. 24 (apparso su questo sito).

E stata modellata, cercando di creare anche un piccolo effetto di onde, mentre il tocco finale è stato quello di creare una leggerissima spuma delle onde pennellando con del bianco la superficie crespata della resina, per simulare un leggerissimo sciabordio delle onde che si infrangono sul molo.
Il diorama è stato arricchito con un bidone di carburante... in verità in scala 1/35.




Marking
Il velivolo rappresentato nel diorama è un Arado Ar 196 A-3, appartenuto al SeeAufklärungsGruppe 126, dislocato a Kalamaki, Creta, nel gennaio 1943.
Le fotografie sono state recuperate da un sito web.

Buon modellismo a tutti !!


Marco Vergani
[Gallery]
28.09.2011

Il mio prossimo lavoro riguarderà il Savoia Marchetti S.M. 79 “Sparviero” della Trumpeter in scala 1/48... molto probabilmente l’aereo più famoso del secondo conflitto mondiale della nostra Regia Aeronautica.
Un mio piccolo contributo per i 150 anni dell’unità d’Italia !!




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