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Un po’ di storia
Dire che il Macchi MC. 200 sia stato uno tra i migliori caccia della II Guerra Mondiale al pari di "mostri sacri" quali P-51, Me.109, Spittfire, Fw. 190 ecc. è ovviamente un falso storico.
Affermare però che il Saetta sia stato un velivolo molto importante per la Regia Aeronautica e per la storia della nostra aviazione, questo è sicuramente vero.
L’Mc. 200 ha infatti rappresentato, assieme al suo contemporaneo Fiat G.50 - dalle caratteristiche generali però inferiori, quell’anello di congiunzione tra i biplani CR42 e i ben più prestanti Macchi 202 e Reggiane Re 2001 prima, e i famosi velivoli della serie 5 (Macchi Mc 205, Fiat G.55, Reggiane Re 2005) poi.
Ottimi aerei questi ultimi ma prodotti in pochi esemplari e pertanto impossibile risollevare le sorti dell’Italia nel secondo conflitto mondiale.
Con il Saetta i piloti italiani fecero quel salto di qualità passando dagli obsoleti biplani in tela e legno, ai più moderni monoplani dalle caratteristiche di volo ben diverse.
Il primo volo della creatura dell’Ing. Castoldi avvenne nel 1937, e l’aereo rappresentava quanto di meglio potesse offrire l’industria aeronautica italiana del tempo.
Esso era, infatti, monoplano, di costruzione interamente metallica, carrello retrattile con ipersostentatori sulle ali ed elica a passo variabile in volo.
A questo si aggiungevano delle ottime doti di robustezza e maneggevolezza con caratteristiche di volo più che buone.
A tali peculiarità stonava però la presenza di un tettuccio aperto (imposto dagli stessi piloti che non si trovavano a proprio agio in un abitacolo chiuso), una non ricca strumentazione, un armamento non adeguato per la presenza di due sole mitragliatrici Breda-Safat da 12,7 sparanti attraverso il disco dell’elica che ne limitava l’efficacia offensiva.
Ciò nonostante il Macchi 200 è rimasto in servizio tra le file della Regia Aeronautica e poi tra quelle dell’Aeronautica Cobelligerante al Sud e dell’ANR al Nord, fino al termine del conflitto, operando con onore su tutti i fronti di guerra, dal torrido clima africano alle gelide temperature russe o sul più mite Mediterraneo.
I primi Mc.200 vengono consegnati alla Regia Aeronautica nel 1939; al 10 giugno 1940 gli esemplari in linea sono 144, la metà pronta all'impiego, con il 6º Gruppo del 1º Stormo in Sicilia ed il 152º Gruppo del 54º Stormo a Vergiate.
Il primo novembre gli M.C.200 ottennero la loro prima vittoria, quando un Sunderland in missione di ricognizione fu attaccato appena al largo di Augusta in Sicilia, da una pattuglia in crociera di protezione.
Con l'arrivo verso la fine di dicembre del Xº Fliegerkorps in Sicilia, i Macchi furono assegnati di scorta agli Ju.87 del I/StG.1 e II/StG.2 nelle loro missioni su Malta.
In combattimento con i lenti Hawker Hurricane si dimostrò efficace, con prestazioni eccezionali nei duelli aerei e senza difetti particolari.
Il Macchi 200 operò su tutti i fronti italiani... Africa, Russia, Balcani, Grecia e, ovviamente, nel nostro Mediterraneo.
Dati tecnici dell’MC 200
Costruttore: | Aeronautica Macchi |
Impiego bellico: | aereo da caccia |
Equipaggio: | 1 persone |
Lunghezza: | m. 8,19 |
Apertura alare : | m. 10,68 |
Motore: | un radiale Fiat A. 74 RC. 38 |
potenza: | 840 CV |
Velocità max: | 510 km/h |
Autonomina: | da 570 Km |
Tangenza: | m. 9.600 |
Armamento difensivo: | 2 mitragliatrici Breda da 12,7 mm.; 2 bombe per 320 kg. max |
Il kit
Modellisticamente parlando il Macchi Mc. 200 è da sempre uno dei soggetti aeronautici tra i più gettonati, ma purtroppo il Saetta è stato un po’ snobbato dalle principali case modellistiche.
Solo qualche ditta minore ha immesso sul mercato scatole di montaggio relative al velivolo, ma tutte non esenti da pecche più o meno gravi.
A colmare la lacuna, ci ha pensato la nostrana Italeri con l’uscita di un ottimo kit nella scala 1/48.
Contraddistinta dal numero di catalogo 2676, già alla vista la scatola si presenta assai accattivante con la sua box art raffigurante un velivolo della 369a Squadriglia in volo.
Ottimo il dettaglio di superficie in negativo come pure ben realizzati gli interni dell’abitacolo (con paratie laterali separate e ben dettagliate) e dei vani carrello, da arricchire ulteriormente con le fotoincisioni fornite.
Queste riguardano il pannello strumenti e le cinture di sicurezza del seggiolino e altri elementi per le gambe di forza dei due carrelli principali.
Il montaggio non offre alcuna difficoltà, con fusoliera e ali che combaciano bene, riducendo al minimo l’utilizzo dello stucco.
Ritornando alle ali, i flap sono già separati dal resto dell’ala consentendo di collocare le superfici mobili nella posizione a piacimento... un buon modo per "movimentare" un po’ il modello una volta finito.
Ottimamente riprodotto l’apparato motore, che rende giustizia al radiale Fiat A.74 RC.38, come anche di buona fattura la Naca che presenta uno sportellino d’ispezione apribile per mettere ancora più in vista il motore radiale.
Le decal sono ben stampate e dai colori saturi.
Una caratteristica che, oramai, Italeri ha preso come riferimento per i suoi kit... complimenti e speriamo continui così!
Nel kit sono inclusi:
Il montaggio
Sull’esperienza accumulata dalla costruzione del S.M. 79 (apparso su questo sito) ho voluto realizzare un altro velivolo della nostra Regia Aeronautica, questa volta un caccia, acquistato sempre dal mio negoziante di fiducia " Modellismo Baracca" di Monza.
Sempre da ricerche fatte sul web (come faremmo noi modellisti se Internet non esistesse??) avevo potuto constatare che era un kit ben fatto per quanto riguardava i dettagli dello stampo, ma anche per le decals ed altri articoli inseriti nella scatola.
Ho iniziato la costruzione, come al solito, dalla cabina di pilotaggio.
Il livello di dettaglio del pozzetto è abbastanza buono... ho voluto solamente migliorarlo ulteriormente, dettagliando anche un po’ l’esterno... e pertanto ho acquistato questi articoli:
Dettaglio in resina Pavla 48020 Interno abitacolo |
Dettaglio in resina Quickboost QBT-48350 scarichi motori |
Il dettaglio in resina della Pavla è molto bello e di facile utilizzazione, inserendosi senza problemi all’interno delle due semi-fusoliere
L’intero abitacolo (pareti laterali, pavimento, seggiolino) sono stati colorati in verde anticorrosione, usando l’acrilico della Lifecolor UA 116, mentre il cruscotto del pilota è stato dipinto in nero opaco e poi usate le fotoincisioni inserite nel kit.
Anche gli interni dei pozzetti del carrello principale e del ruotino di coda sono stati dipinti usando il verde anticorrosione.
Ho poi seguito dei "lavaggi" in modo da far risaltare le strumentazioni stesse nonché le nervature dei pozzetti con del marrone opaco molto diluiti, al fine di dare a tutto l’interno dell’abitacolo stesso un aspetto vissuto
Infine con la tecnica del Dry Brush (pennello asciutto) ho evidenziato le parti più sporgenti con l’alluminio.
In alluminio sono state dipinte anche le gambe di forza dei carrelli.
Colorazione e camouflage
Ho deciso di rappresentare Mc. 200 della 369º Squadriglia, 22º Gruppo Autonomo, Russia 1941.
I camouflage dei velivoli della Regia Aeronautica sono forse quelli tra i più elaborati di tutti i velivoli operanti durante la seconda guerra mondiale !!
Per riprodurli nel modo di corretto possibile sono ricorso ancora al sito utilizzato per il S.M. 79 (www.stormomagazine.com) che illustrava molto bene i colori originali usati dalla R.A., il riferimento con i colori in commercio delle marche più conosciute, nonché il tipo di schema mimetico da riprodurre in funzione al modello del velivolo e della zona operativa.
I colori della mimetica:
Pertanto, in base a quanto sopra riportato, i colori scelti sono stati i Model Master:
Tutti i colori sono stati dati a pennello!
Per quanto riguarda le macchie in giallo e marrone mimetico ho usato i due colori molto diluiti ed infine, a colori abbastanza asciutti ma non troppo, con una pezza leggermente imbevuta di diluente ho sfumato i contorni, creando l’effetto come le stesse fossero state date a spruzzo... o almeno questa era la mia intenzione!
Dopo il posizionamento delle decals e di tutti gli stencil, ho dato al modello un aspetto vissuto, cercando anche di rendere la vernice usurata e sbiadita passando sulla parte superiore di tutto il modello del bianco opaco molto diluito, e anche deteriorata soprattutto nelle zone di maggior utilizzo dei meccanici e del pilota (pannelli di ispezione, zona intorno al tettuccio, ecc.).
Ho anche messo in evidenza le linee delle pannellature, ripassando le stesse con del nero opaco un pochino fluido, usando un pennellino 00, per poi sigillare il tutto con spray opaco trasparente.
Figurini e accessori
Per quanto riguarda invece i figurini, ovviamente in scala 1/48, sono della CMK cod. F48062 - Regia Aeronautica, pilota e meccanico in resina molto belli.
I figurini sono stati dipinti in base all’immagine della confezione, e poi schiariti ed ombreggiati con successive passate di colori chiari e scuri con tonalità simili al colore di base, al fine di dare profondità agli stessi.
Ambientazione
Per la basetta ho adoperato la solita cornice di legno, cm. 24x30, senza lastra di vetro.
La basetta, molto semplice, è stata creata su due livelli, quello del terreno dove sosta il velivolo e quella a "verde arboreo", leggermente rialzata.
Il rialzo è stato creato usando un pezzo di polistirolo, debitamente tagliato, coprendo poi l’intera basetta con colla vinilica e sabbia fine.
La stessa è stata coperta, qua e là, da erba usata nel fermodellismo ferroviario; per gli alberi invece ho usato della teloxis aristata comprata su eBay, che rappresenta molto bene arbusti ed alberi in miniatura.
Ho spruzzato sopra un velo di colla spray e poi li ho intinti, tenendoli per il tronco, in un recipiente contenente sempre dell’erba per fermodellismo, imitando le foglie degli alberi stessi.
La superficie del terreno è stata colorata con vari toni di marroni più o meno chiari, cosparsa infine ancora di erba per fermodellismo, meno abbondante o quasi inesistente attorno al velivolo causa calpestio di piloti e meccanici.
Ho creato una parete antischegge, rozzamente eseguita con i listelli per modellismo navale.
Sulla parete ho incollato una rete mimetica ad ulteriore camuffamento del velivolo.
Per finire ho "sigillando" l’intera basetta con una bella spruzzata di trasparente opaco comprato in ferramenta.
Il diorama è stato "arricchito" con bidoni di carburante ed una cassa di legno recuperati dalla scatola degli avanzi... che danno l'idea di una zona periferica di un campo di aviazione.
Macchi MC. 200 della 369ª Squadriglia 22º Gruppo Autonomo Caccia |
|
Marking
Il velivolo rappresentato nel diorama, è un Macchi Mc. 200 Saetta, appartenente alla 369a Squadriglia, 22º Gruppo Autonomo Caccia, dislocata a Krivoj-Rog, fronte russo, estate 1941.
La scena vuole rappresentare il velivolo, parcheggiato in una zona periferica di un campo di aviazione, poco prima del decollo.
Il pilota e il meccanico stanno discutendo animatamente... forse di donne??!!
Conclusioni
A mio parere un bellissimo modello, ancora più bello in quanto della nostra Italeri.
In verità è la prima volta che riproduco un modello di questa ditta e devo dire che l’esperienza si è dimostrata positiva.
Che dire, veramente un ottimo kit a iniezione di un Macchi MC.200 che, finalmente, colma una lacuna nel mercato modellistico.
Tra l’altro mi sembra di avere letto da qualche parte che l’Italeri ha anche immesso sul mercato (da poco) anche la Serie II del Saetta... (quello con l’abitacolo chiuso) perché non costruirli in accoppiata?
Per questo rimando la cosa al mio amico e modellista Ezio, fans dei velivoli italiani di tutte le epoche!!
La presenza di articoli post-vendita sul mercato, come lastrine foto incise di Eduard e dettagli in resina, danno la possibilità di assemblare un buon modello, e il risultato è assicurato.
Un po’ di patriottismo fa sempre bene !!!
Buon modellismo a tutti !!
Marco Vergani [Gallery] 29.04.2013 |