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L'Eurofighter Typhoon, il cui prototipo era designato EFA (European Fighter Aircraft), è un velivolo multiruolo (Swing Role) con ruolo primario di caccia da superiorità aerea e intercettore, caccia di quarta generazione e mezza, bimotore a getto con ala a delta e alette canard.
È stato progettato e costruito da un consorzio di nazioni europee, costituitosi nel 1983, comprendente anche l'Italia.
I primi velivoli di questo tipo sono entrati in servizio, nell'Aeronautica Militare, presso la base aerea di Grosseto, tra le file del 4º Stormo caccia, solo il 20 febbraio 2004.
Dati tecnici:
Il kit
Nella grande scatola, ma proprio bella grande, sono inclusi:
Il dettaglio delle pannellature è abbastanza buono. Anche il seggiolino eiettabile, fatto in cinque parti, ha un aspetto piacevole, anche se ho dovuto asportare le stampe delle cinture, usando poi delle fotoincisioni Eduard per migliorare il realismo.
Le gambe del carrello sono ben fatte.
Nella scatola è inserita una buona selezione di carichi esterni e precisamente:
non tutti da usare però con il Tifone italiano.
Infatti per la configurazione italiana, dopo ricerche sul web, ho usato:
Le opzioni sono per l’aerofreno e la sonda di rifornimento in volo che possono essere lasciate aperte, nonché per gli scarichi motori, aperti o chiusi.
Le parti trasparenti sono sottili e prive di distorsione, l’unica pecca è quella linea di giunzione nella canopy che ho dovuto eliminare, lucidando poi il trasparente con appositi prodotti.
Molto interessante è l’assenza dei perni di espulsore di una certa importanza almeno sulle superfici esterne, rispecchia una pianificazione intelligente ed è particolarmente gradita su questa scala, dove un segno di espulsore nel posto sbagliato può rendere la vita difficile a noi modellisti.
D’altro canto però ho trovato diversi pezzi che avevano bisogno di una buon pulizia da residui e bave di stampa e, onestamente, da Revell questo non me lo sarei aspettato... che la precisione "tedesca" sia andata a farsi friggere???
Il montaggio
Per migliorare il dettaglio del modello ho acquistato solo la lastrina foto incisa per interni/esterni Eduard 49367 (EF-2000 Typhoon Single Seater).
Ho iniziato la costruzione, come al solito dall’abitacolo del jet.
Non essendo un conoscitore dei velivoli moderni ho seguito le istruzioni sulla colorazione riportate sul libretto, prendendo spunto anche dalle molte fotografie trovate sul web.
Il livello di dettaglio del pozzetto, come sopra già descritto, è abbastanza buono ma è stato "migliorato" usando le fotoincisioni Eduard per le strumentazioni della consolle e del cruscotto del pilota, mentre per il seggiolino sono state usate le cinture, ed altri particolari della lastrina Eduard sopra citata.
Per facilitarmi la vita, per mascherare il parabrezza e l’ampio cupolino, ho usato il foglio mask sempre della Eduard riguardante il Typhoon della Revell.
L’intero abitacolo è stato colorato in grigio chiaro, il cruscotto in nero opaco con lo spray Tamiya TS63, mentre il seggiolino in dark gray TS 4.
Con la tecnica del Dry Brush (pennello asciutto), ho dato luce all’interno dell’abitacolo, seggiolino compreso, lumeggiando il tutto con del bianco opaco, completandolo con le fotoincisioni Eduard.
Tutti gli altri interni (pozzetti e gambe del carrello principale e anteriore, interno aerofreni, interno prese d’aria) sono stati dipinti in bianco opaco usando lo smalto humbrol n. 34.
Ho poi seguito dei "lavaggi" all’intero abitacolo e alle nervature dei pozzetti dei carrelli con del marrone opaco molto diluito, al fine di dare al velivolo un aspetto vissuto.
Colorazione e camouflage
I Typhoon italiani sono in mono grigio chiaro "azzurrato" sia per le parti superiori che per quelle inferiori.
L’amico Ezio mi ha consigliato il colore 127 della Humbrol (US light ghost gray) e, pertanto, la scelta è caduta sullo spray Tamiya AS26 "ligth ghost gray" simile al 127 Humbrol.
Per preparare il modello all’applicazione delle decals di insegna di nazionalità e stencil (abbastanza numerosi) ho steso due strati di cera e, una volta ben asciutta ho posizionando le stesse.
Dopo il posizionamento delle decals, a modello ancora lucido, ho messo in evidenza le linee delle pannellature con il prodotto panel line accent black della Tamiya usando un pennellino 00.
Infine ho voluto dare al modello un aspetto vissuto ma non troppo considerato che il periodo di riferimento è il 2005 e l’A.M.I. ha ricevuto i primi Typhoon solamente l’anno precedente.
Ho evidenziato pertanto le pannellature e dato un tocco di "operatività" soprattutto nella zona di scarico del reattore fra ala e fusoliera.
Per finire ho sigillato il tutto con spray trasparente opaco.
Figurino
Per quanto riguarda il figurino ho usato quello in resina della Plus Model art. 4011 che, in verità, riproduce un pilota USA ma che il sottoscritto lo ha fatto diventare dell’A.M.I.
E’ stato dipinto in verde scuro ed ombreggiato in un verde più chiaro; per dare luce e profondità allo stesso è stato leggermente di nuovo ombreggiato con del bianco opaco con la tecnica del "dry bush".
Ambientazione
Per la basetta ho utilizzato la solita cornice in legno, delle dimensioni di 25 x 30 cm. senza lastra di vetro.
Ho fatto tagliare al reparto falegnameria del Leroy Merlin di Caponago un rettangolo di legno di altezza 1,5 cm. e dimensioni adeguate, al fine di eliminare l’effetto "vasca"; è stato coperto con il biadesivo su cui sono stati incollati dei fogli di carta vetrata finissima al fine di imitare l’asfalto della pista.
E’ stata poi ricoperta con il pigmento della Tamiya 87115 " pavement effect light gray" e poi divisa in quadrotti, mentre la segnaletica orizzontale bianca e gialla che delimita la pista è stata eseguita a spruzzo previa mascheratura della zona interessata.
Ho voluto creare una piccolissima zona "a verde" per dare un po’ di colore alla basetta stessa.
Infine è stato incollato al fondo della basetta con del mastice universale.
L’opacizzazione è stata fatta usando un normale trasparente spray opaco comprato in ferramenta mentre le strisciate dei pneumatici sono state eseguite con una matita nera molto morbida.
Per rendere la scenetta più realistica ho auto-costruito la scaletta usando dei profilati in plastica a forma di H e dei tondini in plastica della Evergreen, mentre per il corrimano ho usato dei tondini in ottone da 0,5 mm della Lion Roar; anche i tappi anti FOD per le prese d’aria sono stati auto costruiti con plasticard, mentre per le maniglie ho usato sempre dei tondini in ottone da 0,5 mm della Lion Roar.
Per questo devo ringraziare l’amico Ezio che mi ha fornito i disegni in modo da aver le proporzioni giuste per costruirli al meglio.
La scaletta è stata colorata con lo spray Tamiya TS47 chrome yellow e "invecchiata" con delle scrostature in colore alluminio, mentre i tappi nel solito colore rosso, aggiungendo poi le "remove before flight" in fotoincisione della Eduard.
Profilo del Typhoon
Profilo di uno dei Typhoon dell’A.M.I. – 4ºStormo " Amedeo D’Aosta", IX Gruppo Caccia – Grosseto AB, 2005.
Conclusioni
Il kit Revell del Typhoon in scala 1/48 è un ottimo modello, considerando che in questa scala esiste poi solo quello dell’Italeri.
Ero un pochino "preoccupato", si fa per dire, prima di intraprendere la costruzione in quanto avevo letto alcune recensioni sul web abbastanza negative sul modello.
Anche l’amico Ezio, che si è cimentato nell’impresa prima di me (vedi il suo articolo), non era stato molto soddisfatto del kit!!
Vorrei fare alcune considerazioni finali: