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Il McDonnell Douglas F-4 Phantom II è un cacciabombardiere supersonico biposto a lungo raggio, progettato e prodotto a suo tempo dall'azienda statunitense McDonnell Douglas nei primi anni sessanta.
Divenuto nel corso della sua lunga vita operativa una delle icone della superiorità aerea americana durante la Guerra del Vietnam e nel periodo della Guerra fredda, è ancora in servizio presso molte forze aeree.
L'elevata flessibilità del progetto ha permesso l'evoluzione del Phantom fino ad includere versioni specifiche per la ricognizione aerea e l'attacco al suolo con munizionamento convenzionale e nucleare.
Gradualmente sostituito da aerei più moderni a partire dai primi anni novanta, è stato impiegato sia in numerose missioni di ricognizione che nel ruolo di Wild Weasel nel corso della prima Guerra del Golfo. Gli apparecchi in dotazione alla United States Air Force vennero radiati a partire dal 1996.
L'F-4 Phantom II è stato impiegato dalle forze aeronautiche di altre 11 nazioni, in alcune delle quali, aggiornato, è ancora in servizio.
Complessivamente il Phantom venne prodotto dal 1958 fino al 1981 per un totale di 5.195 esemplari, rendendolo il secondo aereo da combattimento occidentale dotato di motori a reazione più costruito al mondo, secondo soltanto all'F-86 Sabre, che fu prodotto in poco meno di 10.000 esemplari.
Attualmente sono ancora utilizzati (senza pilota) come bersagli da esercitazione a grandezza naturale.
Sulla biografia del Phantom si potrebbero scrivere fiumi di parole ma considerato che questo forum tratta modellismo, mi limiterò alla descrizione della sua costruzione.
Caratteristiche tecniche:
Il kit
Il modello è stampato Academy, ma inscatolato dalla Eduard ed "impreziosito" con dettagli in resina e lastrine foto incise.
Mi è stato regalato dall’amico Ezio, che ringrazio pubblicamente.
Il coperchio della scatola del kit è dotato di una bella box art, raffigurante un Phantom con livrea tipo "S.E.A." in volo.
Si compone di ben 15 canali di colata di un grigio chiaro, uno di trasparenti, un foglio decal e stencil per 5 marking, due lastrine foto incise per l’abitacolo e scarichi motore, un foglio mask e dettagli in resina riguardanti il gruppo degli scarichi dei motori, i due seggiolini e le ruote dei tre carrelli.
Lo stampaggio è eccellente, poi chiaramente tutti gli after market inseriti aiutano ad aumentare il realismo del modello.
I carichi esterni sono diversi:
Il dettaglio della cabina di guida è più che buono, ma con la lastrina Eduard e i seggiolini in resina della Brassin diventa eccellente.
Le decalcomanie permettono di rappresentare ben 5 marking diversi, 4 con colorazione S.E.A. e uno in light gull gray e gloss white.
Per ovvi motivi, ormai risaputi da tutti i lettori di kitshow, ho deciso di riprodurre quello con livrea grigio gabbiano, anche motivato dall’ultimo modello apparso su questo sito a nome di Massimo De Luca.
Montaggio
In questo scatola di montaggio c’era di tutto di più, però mancano alcuni dettagli che invece, e non capisco il motivo, sono inseriti nell’altro kit della Eduard sempre dedicato al Phantom e precisamente "Good Morning Da Nang" e cioè un assortimento più completo di foto incisioni e decal di stencil... non capirò mai la politica aziendale di alcune marche modellistiche.
Pertanto ho voluto acquistare, come after market, questi due articoli, e precisamente:
Ho iniziato la costruzione, come al solito, dalla cabina di pilotaggio.
Il livello di dettaglio del pozzetto è discreto ma si può aumentare il realismo usando la lastrina foto incisa Eduard sopra menzionata.
Ho voluto usare al massimo la lastrina foto incisa Eduard e pertanto ho deciso di "asportare" tutti quei pannelli stampati sul modello e sostituirli con quelli foto incisi della lastrina stessa; un lavoro altamente di "precisione"... i pannelli foto incisi sono così belli che non usarli mi sembrava uno spreco...
Per quanto riguarda l’abitacolo, dopo aver colorato di grigio le pareti e la vasca, ho posizionato tutte le foto incisioni che interessano l’abitacolo stesso.
Anche per i due cruscotti sono state usate le foto incisioni, colorati prima in nero opaco, evidenziando i contorni della strumentazione con un leggero dry brush.
La vasca, una volta completata la posa di tutti i dettagli foto incisi e verniciata è stata inserita in una semi fusoliera senza problemi.
Per quanto riguarda invece i due seggiolini in resina della Brassin, questi sono stati colorati in neutral gray, invecchiati, e arricchiti dalle foto incisioni delle cinture di sicurezza inseriti nel kit e inseriti nel vano abitacolo solo a costruzione finita.
Prima di chiudere le due semi fusoliere ho dovuto anche inserire i due convogliatori delle due prese d’aria dei motori e i due scarichi sempre in resina della Brassin completi di foto incisioni. E’ stato sporcato all’interno con abbondante polvere di carboncino, al fine di creare quella sfumatura cotta dovuta ai gas di scarico roventi.
Gli interni dei pozzetti del carrello principale e anteriore, nonché gli interni dei portelli stessi sono stati dipinti in bianco … in bianco anche le gambe di forza dei tre carrelli.
Ho poi seguito dei "lavaggi" all’intero dei pozzetti del carrello principale con del nero opaco molto diluito, al fine di dare al velivolo un aspetto vissuto.
Colorazione, camouflage e marking
Il modello rappresenta il velivolo 64-0676 del 45° Tactical Fighter Squadron, 2° Air Division dell’USAF, con base a Ubon Royal Thai Base nel 1966, durante la guerra del Vietnam.
Il colore classico è il grigio "gabbiano" per le superfici superiori, mentre quelle inferiori, la parte mobile superiore dei flaps e il timone di coda sono in bianco lucido.
Sono andato pertanto alla ricerca del giusto colore nei vari spray Tamiya, individuandolo nell’AS18, colore che a mio avviso più si avvicinava... è sempre una questione di mancanza di aerografo!!
Prima della colorazione ho spruzzato su tutto il modello una mano di primer grigio Fine Tamiya.
Dopo una mano sottilissima di cera, la posa delle decal e degli stencil acquistati a parte, i lavaggi per evidenziare i pannelli e la mano finale di cera, il tutto è stato sigillato con del trasparente opaco.
Figurini
Per quanto riguarda i figurini ho usato quello in resina della Plus Model art. 4018, specifici proprio per il Phantom... finalmente i figurini giusti per il velivolo giusto, incredibile !!
Sono stati dipinti come da istruzioni.
Per dare luce e profondità agli stessi sono stati leggermente di nuovo ombreggiati con gli stessi colori, però più chiari ed anche con del bianco opaco, usando la tecnica del "dry bush".
Ai figurini è stata aggiunta, sulla manica sx, una microscopica bandiera americana.
Ambientazione del modello
Per la basetta ho utilizzato la solita cornice in legno, delle dimensioni di 25 x 30 cm. senza lastra di vetro.
Ho fatto tagliare al reparto falegnameria del Leroy Merlin di Caponago un rettangolo di legno, altezza 1 cm di dimensioni adeguate, al fine di eliminare l’effetto "vasca"; è stato coperto con il biadesivo su cui sono stati incollati dei rettangoli di cartone di spessore 2/3 mm, al fine di riprodurre la pavimentazione in cemento.
E’ stato poi ricoperto con il pigmento della Tamiya 87115 "pavement effect light gray", leggermente carteggiato con carta abrasiva finissima ed evidenziate le linee di unione tra un rettangolo e l’altro con del nero opaco diluitissimo.
Dopo la formazione della segnaletica orizzontale bianca che delimita la pista eseguita a spruzzo, previa mascheratura della zona interessata, la superficie è stata leggermente "invecchiata" e sporcata.
Lo spazio rimasto è stato riempito di vinavil e cosparso di sabbia fine e sassolini. Una volta tolto il surplus è stato spruzzato con del sabbia chiaro e "drybrushato" con del bianco per creare un effetto 3D.
Per finire sono stati incollati piccolissimi cespugli e leggermente cosparso in alcune zone con dell’erba usata nel modellismo ferroviario
Infine è stato incollato al fondo della basetta con del mastice universale.
L’opacizzazione è stata fatta usando un normale trasparente spray opaco comprato in ferramenta.
Profilo dell’F-4 C dell’USAF
Conclusioni
Le immagini e le informazioni tecniche sono state tratte da Wikipedia.