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Tutto è iniziato per caso, grazie all'Aeronautica Militare Italiana, che più di 25 anni fa aveva uno stand al Salone del Libro di Torino. Lì acquistai quanti più libri possibile sulla storia degli aerei e degli assi della Grande Guerra, ispirato dall'aver trovato in una borsa scambio due modelli Eduard in scala 1:48.
Ripensandoci oggi, mi viene da ridere (e un po' di vergogna): partii da casa con una valigia vuota, tipo trolley con le ruote, e la riempii completamente. Gli altri li usavano per viaggiare per lavoro o ferie, io per trasportare libri!
Tra le tante letture, rimasi colpito dalla storia di Flavio Torello Baracchini, un asso con 31 vittorie accreditate (secondo solo a Francesco Baracca, che ne aveva 34). Tuttavia, nel 1919, le vittorie ufficiali di Baracchini furono ridotte a 21.
Guardando il modello del Nieuport 17 che stavo costruendo, lo trovai un po' scarno. Decisi quindi di migliorarlo. Grazie a un modellista tedesco conosciuto su Facebook, appassionato di aerei e di assi tedeschi come il Barone Rosso, ottenni disegni dettagliati degli interni e delle tiranterie esterne del Nieuport. Con l'aiuto della plastica stirene Evergreen, realizzai in autocostruzione i pezzi mancanti.
Nel 2019 partecipai al Model Show Internazionale di Verbania e ottenni una medaglia d'argento nella categoria Aerei. Fu una grande soddisfazione, resa ancora più significativa dall'ispirazione che Baracchini mi aveva dato con la sua vita privata: un uomo timido e riservato, non appartenente a famiglie nobili come altri piloti (ad esempio Baracca o Ruffo di Calabria), ma che in volo si trasformava in un'aquila.
Baracchini ottenne il brevetto di pilota nel 1915 alla scuola di Venaria Reale, dove si esercitò sui Bleriot XI. Successivamente, completò l'addestramento a Mirafiori sul Voisin per ottenere il brevetto di pilota militare. Nel 1916, con il grado di aspirante, fu inviato al fronte nella 7ª Squadriglia da Ricognizione e Combattimento, poi nella 26ª, totalizzando 58 voli di guerra entro la fine dell'anno.
Le sue doti di volo lo portarono alla scuola caccia di Cascina Malpensa, dove si addestrò sui Nieuport 10 e 11. Nel 1917 fu assegnato alla 81ª Squadriglia e si trasferì a Borgnano, vicino a Gorizia, dove ottenne la sua prima vittoria il 15 maggio dello stesso anno.
Le vittorie si susseguirono, e Baracchini passò alla 76ª Squadriglia, volando su uno Spad 7 con il suo stemma personale: uno scudo nero di d’Artagnan.
Il 3 agosto 1917 raggiunse la dodicesima vittoria, ma pochi giorni dopo, l'8 agosto, fu ferito gravemente alla mascella durante un duello. Ricoverato a Udine gli vennero riconosciuti dal re Vittorio Emanuele III e dal presidente della repubblica francese Poincare’ , una Medaglia d’Argento e la Croce di Guerra con Palme. Nel frattempo, gli venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con dedica.
Dopo varie operazioni per ricostruire la mascella dentale, Baracchini tornò al fronte nel marzo 1918 con la 76ª Squadriglia presso Bassano, pilotando un Hanriot HD.1 con un nuovo stemma: i quattro assi del poker dipinti sulle fiancate che divenne sua insegna personale. Arrivarono altre vittorie e Il 31 maggio 1918 fu trasferito alla 81ª Squadriglia con il Nieuport.27.
La sua carriera si interruppe quando, durante abbattimento, a bassa quota, fu colpito all'addome dal nemico e ricoverato d’urgenza all’ospedale del campo. La guerra nel frattempo finì.
Nel 1919, assieme ad altri militari, partecipò al trasporto del sarcofago del Milite Ignoto all’Altare della Patria a Roma, ma si intravedeva un uomo sofferente.
Baracchini si sposò nel 1921 e fondò lo Stabilimento Pirotecnico a Roma per la produzione di razzi da segnalazione.
Tragicamente, morì il 18 agosto 1928 a seguito di un incidente sul lavoro mentre testava una nuova miscela esplosiva che all’improvviso prese fuoco avvolgendo nelle fiamme insieme a due operai.
Passando al modello del Nieuport 17, ho migliorato vari dettagli in autocostruzione: ganci delle tiranterie delle ali e dei piani di coda, telaio interno, serbatoio, seggiolino, particolari del carrello fisso e dettagli del motore radiale; ho chiuso la fusoliera e montato le 2 ali con un attrezzo per la tenuta delle ali in parallelo e fusoliera.
Verniciato in colori a smalto Humbrol primer bianco e poi a fianco della fusoliera nero opaco, per far risaltare dopo nella seconda colorazione con colori a lacca Alclad II, in alluminio e dura alluminio zona cofano e fusoliera motore. La parte sottostante il classico dei colori verde e rossa della nostra bandiera e zona centrale lasciando il grigio.
Da un modello dello scudo in plastica ho ottentuto il taglio della mascherina adesiva per dipingere sulle fiancate lo stemma nero personale di Baracchini.
Ho aggiunto i colori della bandiera italiana su timone e ali inferiori e per ultimo ho montato i tiranti con fili elastici, più pratici da annodare e se toccati per essere elastici non si staccano e non si rompono.
Infine, ho realizzato un piccolo diorama, incollando erba sintetica della Noch e autocostruendo i cunei in legno con corda per il parcheggio degli aerei.
Nonostante qualche incertezza sulla posizione delle coccarde, il modello riflette fedelmente il Nieuport 17 usato da Baracchini nel 1917 così come da foto di riferimento: non si vedono numeri di matricola ma solo i due scudi neri sulle fiancate che rappresentano l’insegna della 81ª Squadriglia.
NOTA: nelle immagini in costruzione sono rappresentati i due modelli che, come scritto all’inizio, ho acquistato; sfortunatamente un modello è andato distrutto durante una mostra.
Grazie mille a Giacomo,
e a tutti i modellisti di diversa tipologia nei loro modelli, in questo gruppo, che portano avanti nel tempo questa nostra passione, partita da bambini, io il primo a 10 anni.
Sperando che i giovani si innamorano e portano avanti nel tempo questa Arte in tre dimensioni.
Bravo Daniele,
bel modello e belle lavorazioni.
ho un amico che si autocostruiva gli interni degli aerei con plasticard.
ORA si autocostruisce i velivoli della regia ( di cui non c'è il kit ) in 1/48 con i manuali nomenclatori.
sei sulla buona strada ;-)
Complimenti Daniele, un super lavoro, a mio gusto personale non mi piacciono i biplani, preferisco i mono ala i caccia di ultima generazione come gli F35 rientrano in tale categoria, però riconosco che hanno il loro fascino.
Molto accurato il montaggio e le modifiche e mi ha colpito l'attrezzo per mantenere in posizione il biplano.
Complimenti ancora
Gianni
Ciao Daniele, ben atterrato tra noi, visto il lavoro presentato, con tutte le carte in regola per farci vedere delle prossime meraviglie.
Al prossimo
Ezio
Ciao Daniele
Ecco il genere di modello che non costruirò mai così fragile e complesso da togliermi il sonno. Perciò hai tutta la mia stima ed ammirazione per averlo realizzato così bene.
Saluti cari
Enrico