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Il modello proposto da Kinetic è di buona fattura con incastri nei punti critici precisi (ad esempio l'inserimento ali/fusoliera) e pannellature ben incise.
In aiuto al dettaglio ho comunque acquistato alcuni set. Il montaggio procede, come prassi, dal cockpit.
Ho scelto questo vecchio kit con la precisa quanto illusoria idea di alleggerire l'armadio dalle decine di scatole accatastate.
Il confronto con il più recente Fulcrum GWH è impietoso per cui è stato il necessario affrontare alcuni lavoretti di correzione prima di rendere l'Academy presentabile.
Protagonista della guerra in Vietnam questo splendido aereo dalle linee filanti e dall’aspetto possente è, nella versione D monoposto, dignitosamente presentato dalla Hobby Boss.
Nel montaggio a secco il modello va su senza grossi problemi.
Il kit di partenza è l'ormai noto A7E Hasegawa, la costruzione segue la prassi standard quindi ho completato tutti gli elementi necessari per poter chiudere la fusoliera in primis il cockpit.
L'ottima qualità del kit aiuta a giungere velocemente alle fasi cruciali della colorazione.
Le difficoltà di questo kit a parer mio sono da ricercare nella scomposizione della fusoliera, nella forma dei piloni sub alari e nella qualità del foglio decal i primi due si possono ovviare con un po’ di lavoro ma per le decal consiglierei l’acquisto di un nuovo foglio.
Trumpeter ha svolto dignitosamente il suo lavoro, buoni gli incastri, sottili e precise le pannellature, rivettature ben marcate e ottime decal.
Solo se si decide di montare i flap chiusi c’è un po’ di lavoro in più da fare per far tornare i pezzi.
Questo gioiello dell'aviazione francese è proposto dalla KH con uno stampo più corretto nelle forme generali rispetto al vecchio ESCI/ Italerei ma non esente da alcuni (gravi) problemi ai quali ho cercato di rimediare con ore ed ore di lavoro ma non sono riuscito a risolverli... direi più a mascherarli.
La Historic Plastic Model non è certo tra le ditte più note nel campo modellistico, quando acquistai la scatola fui attratto soprattutto dalla bella box art mentre un rapido sguardo del contenuto mostrava stampate con pannellature incise e sottili.
Purtroppo però quando si passa al montaggio sale la preoccupazione...
Un kit davvero basico che lascia infinite possibilità a chi vuole cimentarsi nel miglioramento del dettaglio. Sono ricorso a tutti gli aftermarket che sono riuscito a reperire: sedile fotoincisioni e bombe Eduard, pitot Master e motore AM quest’ultimo un pezzo davvero notevole... quasi un peccato sacrificarlo su un kit così mediocre.
Per fare il mio BM sono partito da un RBT Revell (che ha stampate identiche alla pari versione ICM ma un migliore dettaglio del canopy) aggiungendo il fondamentale set di conversione della Cold War Studio che comprende il radome con le pannellature corrette i piloni con i 4 missili Kh 58 e le fotoincisioni della strumentazione.
Il modello Trumpeter pur non essendo immune da imperfezioni si presenta bene con pannellature sottili e corrette ed un buon dettaglio generale; volevo rappresentare un veterano della guerra afgana, aerei logorati dal clima e dall'operatività... il problema è che la versione usata in quei teatri non era la ML ma MLD e le differenze, seppur minime, ci sono.
Il MiG 27 in scala 1/48 nella versione D è proposto in commercio da ESCI e Hobbycraft, ho scelto il primo.
Il pregio è uno solo: quello di una sufficiente esattezza di forme e dimensioni; il confronto con i disegni in scala infatti rileva che le linee generali dell’aereo sono abbastanza rispettate.
La Heller produce le due versioni del Mirage IV cioè la A e la P; le differenze tra le scatole sono che per la versione P è stata aggiunta una piccola stampata con il missile ASMP e una paratia per chiudere il vano destinato alla bomba nucleare.
Il kit Airfix usato in questa realizzazione è dedicato ad un Viggen versione JA proposto con livrea commemorativa interamente azzurra; nella scatola però è presente l‘intero timone corretto per realizzare un AJ.
Il kit Revell usato per realizzare il modello ha fama di massacratore di attributi maschili in quanto il lavoro del masterista della casa tedesca ha pesantemente risentito delle scarse notizie e immagini reperibili in passato su questo aereo.
Ciao, mi chiamo Enrico Bianchi, classe '59 e vivo a Follonica (GR).
La passione del modellismo mi è venuta grazie a mio Padre che da piccolissimo mi portava lungo la rete di recinzione del Baccarini di Grosseto a vedere i primi 104 sfrecciare assordanti. Un’esperienza che mi è rimasta dentro facendomi amare qualsiasi cosa che vola facendo rumore, infatti mi dedico solo ai jet, meglio se sono russi e del periodo della Guerra Fredda o giù di li.
Ho interrotto il modellismo dal 2007 fino al 2018 per problemi personali ma una volta ritrovata la serenità mi sono rituffato a bomba in questo hobby fantastico.
Carissimi saluti a tutti.