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Questo sommergibile della Marina Imperiale tedesca, al comando del Kapitanleutnant Otto Weddigen, passò alla Storia per aver compiuto una azione bellica eclatante proprio all’inizio della 1ª Guerra Mondiale.
Infatti, il 22 Settembre 1914 mentre pattugliava una zona meridionale del Mare
del Nord, intercettò uno squadrone navale britannico e riuscì a silurare ed affondare nel giro di un’ora ben tre incrociatori corazzati: gli HMS Aboukir, Hogue e Cressy, da 12000 t ciascuno, con una perdita totale di 1459 tra marinai ed ufficiali.
Azione del 22 Settembre 1914
Cartolina di propaganda
Fu una delle azioni sottomarine più notevoli di tutti i tempi compiuta da un singolo sommergibile e, al suo rientro in Germania, sia il Comandante che l’intero equipaggio furono insigniti dal Kaiser Guglielmo II in persona rispettivamente con la Croce di Ferro di prima e di seconda classe.
Gli uomini dell’U-9
Ventun giorni dopo, mentre operava nelle acque nemiche al largo delle coste scozzesi, avvistò l’incrociatore protetto HMS Hawke da 7800 t che navigava senza zigzagare: non ebbe alcuna difficoltà a silurarlo e affondarlo in pochi minuti.
Durante il periodo successivo affondò altre 13 navi britanniche, fino a giungere all’Aprile 1916 quando fu ritirato dai compiti di prima linea per essere utilizzato per l’addestramento; a guerra finita, fu consegnato agli inglesi e demolito nel 1919.
Nessun altro sottomarino affondò più navi nemiche durante l’intero conflitto, tant’è che fu autorizzato a portare la medaglia della Croce di Ferro come stemma sulla sua torre di comando e solo l’incrociatore leggero SMS Emden, per le sue imprese, ricevette questo onore durante la 1a GM.
L’U-9, varato nel 1910 come prima nave della sua classe (9-10-11-12) e l’unico a non essere affondato, era lungo 57 m, largo 6 m ed era dotato di due motori diesel da 1000 cv per l’uso in superficie e di due motori elettrici da 1160 cv per l’uso subacqueo.
Questi motori alimentavano due alberi, ciascuno con un’elica da 1,45 m, che davano una velocità massima in superficie di 14,2 nodi e sott’acqua di 8,1 nodi, mentre l’autonomia di crociera era di 1800 miglia nautiche e poteva raggiungere una profondità massima di immersione di 50 m.
L’armamento consisteva in 6 siluri che potevano essere lanciati attraverso due tubi di prua e due di poppa da 45 cm di diametro e 2 mitragliatrici posizionate in coperta, mentre l’equipaggio era composto da 4 Ufficiali e 25 marinai.
Il modello scala 1:72
Il kit è della tedesca Das Werk e, documentandomi come al solito, mi sono appassionato sulla sua singolare vicenda bellica descritta all’inizio dell’articolo e non ho esitato all’acquisto.
Il modello è interamente in plastica color grigio di buona qualità (164 parti) e il tutto si presenta ottimamente dettagliato e preciso, per cui non ho avuto alcun problema nell’assemblare il tutto.
Fanno parte del kit un fascicolo d’istruzioni, un foglio di deca e un libro di 100 pagine bilingue tedesco-inglese con molte informazioni di base e di immagini dell’U9, delle sue missioni, della guerra degli U-Boot in generale nella 1a GM e soprattutto come è stato possibile realizzare questo modello.
Infatti, a fronte di scarse informazioni sul sottomarino, di mancanza di dati di riferimento, nonché con pochi disegni risultati tra l’altro incoerenti con le immagini trovate, gli autori nel 2019 incaricarono alcuni sommozzatori di esplorare il relitto del gemello U-12 che, affondato nel 1915, fu localizzato fin dal 2008 a circa 25 km dalla costa scozzese posato sul fondale a circa 50 m di profondità.
Su quest’ultimo furono eseguiti accurati rilievi fotografici e misurazioni, per cui questi dati di prima mano furono utili per la fattibilità del progetto, per il suo successivo sviluppo e infine per la produzione di questo modello.
Aggiungo un altro particolare storico che riguarda però il solo U-12: è stato il primo sommergibile a trasportare sul ponte un idrovolante da ricognizione Friedrichshafen FF.29 e a farlo decollare dopo essersi parzialmente sommerso, in modo da consentire così all’aereo di galleggiare e di fluttuare via.
Il 6 Gennaio 1915 l’aereo, così lanciato, volò lungo la costa inglese senza essere scoperto e tornò sano e salvo al porto belga di Zeebrugge, da dove partì l’U-12.
Ho eseguito la verniciatura dello scafo, previa stesura del primer black della AK, usando due diverse tonalità di acrilici Tamiya, Light Grey e Hull Grey, più una discreta quantità di nastro per mascheratura e a seguire ho dato lavaggio, usura e invecchiamento in forma leggera, visto che il sommergibile era alla sua prima missione di guerra subito all’inizio del conflitto.
Inoltre, non ho mancato di acquistare il relativo set di fotoincisioni, realizzato dalla ceca RCSUBS in collaborazione con il Museo tedesco degli U-Boote e formato da ben 400 parti che vanno soprattutto ad aggiungersi e a completare il kit di base arricchendolo notevolmente.
Generalmente non credo che le parti foto incise siano così importanti per realizzare un buon modello da kit, ma in questo caso è diverso: i vari chiusini, lamiere, anelli, maniglie, carrucole e i numerosi altri particolari, tutti molto dettagliati, sono essenziali e direi necessari per questo tipo di battello.
Non nego che posizionare questi elementi mi abbia impegnato al limite dell’ostracismo verbale e fisico (KEEP CALM AND BUILD A MODEL), ma alla fine sono stato ampiamente soddisfatto e, ma sì, divertito, anche se lo si dice dopo…
Del resto, l’ho voluto io, perché assemblare un kit di un sommergibile, in generale, è abbastanza semplice e lo si fa in poco tempo, ma aggiungendo tutti questi particolari aumentano sì l’impegno e le difficoltà, ma il risultato è decisamente più appagante e più realistico.
Viceversa, non ho posizionato lungo i bordi del ponte i 40 candelieri a un foro che, uniti tra loro da una fune passante, fungevano da parapetto perimetrale, sia perché piegando e unendo le due metà foto incise sarebbero risultati piatti e non con sezione circolare come nella realtà, sia perché confortato dalla visione di varie foto d’epoca dove non erano presenti (tra l’altro, non sono neanche previsti nel kit di base).
Ciò nonostante, li avevo ricercati nei siti web specializzati in accessori navali, non trovandoli però nella giusta dimensione/sezione.
Ho anche sostituito le due mitragliatrici MG 8 mm in plastica previste nel kit con le Schwarzlose 07-12 Naval in resina della greca GasPatch models, più corrette e dettagliate.
Anche per dare il senso delle proporzioni e per migliore completezza, ho inserito sei figurini di marinai e ufficiale della Marina Imperiale tedesca, specifico prodotto in resina della Das Werk che ho distribuito sul ponte secondo le loro pose e mansioni.
Il modello così finito, lungo 80 cm e largo 8 cm nella parte centrale, è sistemato in una teca in plexiglass dove poggia su due tondini inseriti in una base bianca, sulla quale ho posizionato centralmente una lastrina in ottone con inciso il nome affiancato dalla bandiera della Marina Imperiale tedesca e a lato la replica del distintivo per equipaggio U-Boot della Kriegsmarine WWI, reperito nel web dalla Filatelica Fiorentina.
Completano il basamento due copie di immagini d’epoca.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del modello.
Bibliografia e immagini:
Capolavoro!!!
Complimenti Dino anche per la monografia.
Un caro saluto.
Giampaolo
Che SPETTACOLO!!!!!!
Complimenti, lavoro bellissimo. Molto interessante anche la storia che lo accompagna.
Bellissimo lavoro Dino, anche le immagini subacque molto interessanti, sembrerebbe che i tedeschi avessero già trovato negli u-boot un'arma devastante per gli inglesi.
complimenti ancora
Gianni
Caro nonno Dino, questo tuo ultimo è un'opera d'arte!
Spettacolare!
Ciao Dino,
e il ricognitore? scherzo.. ;-)
Bel modello e ottima realizzazione, un altro pezzo di storia nautica.
Complimenti
Pietro
Beh, se non avessi avuto quei particolari da inserire, non sarebbe stata una tua creazione e sicuramente il risultato era altamente anonimo, ma dato che sei in pensione, nipoti a parte, come fai a divertirti se non fai scorrere l'adrenalina - bravo Dino è sempre un piacere seguirti, anche dal punto di vista del reportage
Un bel modello arricchito con moltissimi dettagli. Grazie della citazione per le foto. Aspettiamo il prossimo!!!
Grande Nonno Dino, sempre modelli di altissima qualità, sia modellistica che storica, poi le navi ti scorrono nel sangue.
Molto bello.
Al prossimo.
Ezio