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Questo pezzo d’artiglieria, progettato dal tedesco Hermann Gruson e chiamato originariamente Fahrbare Panzerlafette (carro armato mobile) poi abbreviato in Fahrpanzer (armatura mobile), era essenzialmente un bunker mobile che poggiava alla base, rinforzata con ferro profilato, su due assi con quattro piccole ruote ferroviarie.
In esercizio fin dal 1890, inizialmente per essere utilizzato nelle fortezze di confine tedesche, veniva posizionato in apposite trincee di cemento armato con l’uso di rotaie a scartamento ridotto da 60 cm, sia per consentire il suo rapido spostamento all'interno di una fortificazione che per riportarli in una posizione più protetta durante i contro bombardamenti, per evitare così eventuali danneggiamenti.
Foto d’epoca
Durante il corso della Prima Guerra Mondiale, per avere una maggiore potenza di fuoco, numerosi esemplari furono rimossi dalle fortificazioni per essere spostati al fronte in trincee avanzate, in postazioni cementizie se si aveva il tempo di realizzarle o trincerati con lavori di sterro e altro materiale di protezione e di camuffamento.
Chiamati dagli Alleati pillbox (fortino), venivano trasportati montati direttamente su binari fissati su un carro appositamente progettato, trainato da un paio di cavalli, per essere poi dispiegati facendoli scorrere su un altro tratto di binari che si trovava appeso sotto il carro stesso.
Foto d’epoca
Disegno di progetto
Le due ruote posteriori servivano a sostenere il notevole peso del bunker mentre le due più piccole anteriori permettevano al carro di girare.
Era armato con un cannone a fuoco rapido Gruson da 5,3 cm con una elevazione di +10/-5 gradi montato su una torretta rotante a 360 gradi, mentre l’involucro che l’avvolgeva, realizzato in ghisa dallo spessore di 40 mm, era a forma cilindrica (altezza 1,65 m e diametro 1,54 m), provvisto di due ante d’accesso e con tetto concavo-convesso, armatura che offriva la protezione contro il fuoco di armi leggere e le schegge di artiglieria.
Sezione
L'arma era in grado di sparare un proiettile con cartuccia da 1,75 kg con una velocità iniziale di 495 m/s, con una cadenza di 30 colpi al minuto e con portata stimata compresa tra 400 m e 3200 m in base al tipo di proiettile sparato.
Era gestito da due artiglieri, uno era addetto al pezzo e l’altro era il fornitore di munizioni (appositi caricatori a forma semicircolare che accostati erano posizionati alla base lungo la parete interna cilindrica e contenenti 11 granate ciascuno); quest’ultimo, affinché il sistema d’arma potesse sparare rapidamente, sedeva all’ingresso del Fahrpanzer anche se nello scompartimento c’erano due posti.
Questa disposizione dell’equipaggio era quasi obbligatoria, poiché sarebbe stato impossibile far funzionare l’arma in modo efficiente con due persone stipate in uno spazio così piccolo.
Per l’epoca era un sistema d’arma molto innovativo grazie al suo cannone a fuoco rapido e alla sua capacità di essere schierato sia in operazioni difensive che offensive.
Ad oggi esistono molti esemplari sopravvissuti, alcuni con carro originale e altri senza, esposti in numerosi musei in Europa e perfino in Sud America.
Il modello 1:35
Il kit della statunitense Copper State Models, composto dal bunker e dal carro di trasporto, è formato da 83 parti in plastica ad iniezione di alta qualità, con allegato un libretto di istruzioni a colori in inglese da 13 pagine.
Come extra kit sono disponibili sia i due cavalli con figurino guidatore a cassetta, che i caricatori portamunizioni, granate singole, bossoli, canna e sportelli di ricambio e un tratto di binari.
Per come avevo ideato la realizzazione di questo diorama, avevo escluso a priori l’acquisto dei cavalli e del relativo nocchiere, viceversa mi sono procurato tutti gli altri elementi di cui sopra.
Previa stesura del primer nero della Vallejo, ho eseguito la verniciatura usando acrilici Tamiya, dando poi lavaggio e usura.
Il diorama
Da un pannello di polistirene estruso, ho ricavato una base da 32x23x3 cm sulla quale ho posizionato alcuni spezzoni di altezze diverse dello stesso polistirene, precedentemente sagomati e incollati tra loro, per formare delle trincee.
Quindi ho spalmato sull’intera superficie della pasta acrilica AK, mescolando e testurizzando con pennello grezzo due prodotti di tonalità diversa.
Usando un colino a trama fine ho cosparso a pioggia dapprima della terra naturale, precedentemente setacciata, sull’intera superficie comprese le pareti verticali, poi in alcune zone dell’erba sintetica mescolata con frammenti vegetali fissandola contemporaneamente con lacca spray per capelli.
Ai lati della postazione in cemento armato del Fahrpanzer, ho puntellato i terrapieni con dei listelli di legno da modellismo navale e con pali ricavati da rami secchi; per realizzare quest’ultima, ho usato spezzoni di polistirene, plasticard e mattoncini che poi ho raccordato e uniformato tra loro con dello stucco bianco finissimo.
Dopodiché, per realizzare il color cemento ho impiegato quattro acrilici Tamiya, sperimentando per la prima volta questa tipologia di intervento: dapprima come fondo un grigio chiaro dato con bomboletta, poi usando solo una spugnetta, debitamente scaricata dal colore, ho picchiettato in varie fasi un grigio scuro, un pietra e un bianco.
In proseguo, con uno stuzzicadenti ho fatto saltare leggermente le setole di un pennello piatto intrise di Wash della Vallejo per realizzare le piccole macchie nere sparse sulla struttura.
Infine, con pennello piatto, anch’esso debitamente scaricato dal colore, un passaggio leggero con un grigio chiaro.
Ho completato il diorama con l’aggiunta di:
Sui bordi verticali della base ho applicato dei listelli in legno, affiancati tra di loro e alternati in maniera casuale nelle varie larghezze, spessori ed essenze.
Ho incollato sul fronte una lastrina in ottone da 90x25 mm con inciso il nominativo, una foto d’epoca e copia della bandiera di guerra dell’Esercito Tedesco, quest’ultima formata dalla Croce di Ferro sullo stendardo imperiale, mentre ai fianchi ho posizionato altre due foto d’epoca (foto e bandiera sono state ricavate e stampate dal web).
Il tutto posto al riparo di una teca in metacrilato della Essebiemme.
I figurini
Dalla stessa Copper State Models ho acquistato tre figurini tra cui due ufficiali con pose specifiche per questo kit, senz’altro ispirati dalla sottostante foto storica di una postazione in Bulgaria e un addetto ai rifornimenti, mentre dalla Black Dog un soldato, che ho ritenuto entrambi adatti in questo contesto.
Foto d’epoca
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del diorama.
Bibliografia e immagini:
Bravo Dino,
soggetto e realizzazione molto belli !!
Grande Dino, sempre lavori originali e di alta qualità, mai banali o ripetitivi.
Molto bello
Ezio
Gran bel lavoro, realismo eccezionale... bravissimo
Grande Dino, sempre riproduzioni di storia poco nota realizzati con maestria.
Complimenti.
Giampaolo
Bello e originale come sempre e grazie per la citazione per le foto.
Molto, molto bello, originale e soprattutto interessante.
Ne ignoravo l'esistenza ed è stata una piacevolissima scoperta.
Bravo, questo è "l'insolito" che fa bello il modellismo. Ottimo anche il diorama.
....direi un pezzo ben fatto ma che anche il mio nipotino appena nato lo aveva attaccato al cordone omBELINare, visto la sua diffusione in campo modellistico... belin trova qualche altro soggetto, un po' più originale dai...
... Dino dai sai che scherzo, riguardandolo bene dal pc, mi godo i particolari e l'insieme e ti dico che hai fatto un buon lavoro.