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Il kit in questione è un Tamiya del 1989, il montaggio è risultato semplice e veloce: ben dettagliato, con incastri precisi e dotato di cingoli in plastica a maglia singola che offrono un livello di fedeltà sorprendente rispetto ai classici in vinile.
Messerschmitt Me 410-1/U2 & U4
E’ il secondo kit montato della scatola combo di Eduard in una versione e livrea decisamente accattivante: si tratta di un esemplare trasferito in Finlandia e dipinto con le macchie di vernice bianca a supportare la mimetizzazione nel particolare clima finlandese.
Aeritalia Macchi Experimental AMX Ghibli
Trovo questo kit forse tra i migliori di ITALERI, preciso negli incastri, dettagliato come incisioni con dettagli superficiali tipo pannelli e rivetti molto realistici, decals buone, armamento, serbatoi supplementari e pod da ricognizione finemente realizzati.
Messerschmitt Me 410-1/U2 & U4
Il kit, direi perfetto, incisioni tutto sommato buone, molto migliorate rispetto alle realizzazioni di Airfix di qualche temo fa, molto preciso il montaggio dettagli buoni, l’unica difficoltà è il canopy, fortunatamente preciso nei suoi tre pezzi, che rende molto complesso l’approccio al montaggio, mascheratura e relativa verniciatura.
Il Beaufort in scala 1/72 è un nuovo kit, migliorato un po’ nelle incisioni rispetto ai prodotti Airfix che da qualche anno a questa parte sono molto ben fatti ma con incisioni da fare paura; il modello è complesso ma preciso e ben dettagliato nella parte interna, vani carrelli e vano di carico del siluro.
Il kit, molto ben fatto, si monta abbastanza bene, ha tre versioni con una lieve differenza estetica, in una delle tre non si mette un pezzo, tre versioni ma con due livree diverse come tonalità, una antecedente a questa, mentre leggermente diverse come dinamica le altre due.
Come sovente succede con gli short-run, non ci sono incastri nelle fusoliere e in tutto quello che va accoppiato, il trasparente l’ho dovuto raccordare alla fusoliera.
Tra le cose positive del kit Valom, le decal, molto sottili, centrate, morbide e sature al punto giusto del colore e la finitura dei rivetti.. stupenda!
Il B17 G, un ottimo modello Revell, è stato un regalo del figlio e quindi ho dovuto onorarlo al meglio delle mie capacità, non ho fatto nulla di più che aprire la scatola e iniziare.
Il kit molto ben stampato, è preciso negli incastri e sufficientemente dettagliato.
Il modello, il vecchio e caro ESCI riesumato da Italeri, per l’età che ha è molto valido, richiederebbe qualche set, specialmente nell’abitacolo, ma io che li faccio solo da scatola e in genere in condizioni di prossimo volo, con il canopy chiuso, li realizzo in modo che non si noti molto la mancanza di dettaglio.
La Airfix ha una produzione di kit notevoli per i loro standard conosciuti; colpiscono per la precisione e il dettaglio, anche se peccano un po nei solchi che hanno fatto al posto delle incisioni... ma nessuno è perfetto!
Il modello si assembla facilmente ed è ben dettagliato, io che li monto da scatola e non faccio molto per migliorarli, li trovo completi e validissimi.
Il modello, un short run MPM, mi ha fatto sudare un pochetto, tipica condizione di queste tipologie di kit; nell’insieme però è risultato discreto una volta terminato.
Le incisioni sono ben realizzate e direi compatibili con la scala; la tecnica dello stampo, una volta tanto, ha agevolato il nostro risultato finale, dando una superficie superiore senza troppe giunzioni.
McDonnell Douglas F-4 J Phantom II
La qualità del kit Academy in scala 1/72 non si discosta molto dai più blasonati kit del Fantasma se non per due caratteristiche particolari: il prezzo, elevatissimo, senza sapere bene il perché al momento dell’acquisto e il fatto che si monta senza colla.
Il kit Italeri, in scala 1/48, è semplice e piacevole da assemblare; sono soddisfatto del risultato finale in quando le dimensioni permettono una visione migliore delle linee del velivolo.
Il montaggio, è stato integrato da una piccola lastrina in fotoincisione disponibile nel kit, utilizzata per gli interni dell’abitacolo e i carrelli principali.
Tecnica di riproduzione dello Zimmerit
Questo articolo è dedicato ai "carrarmatai”, che potranno valutare se questa tecnica, da me ideata, è utile per poter realizzare, in scala, questo particolare tipo di rivestimento amagnetico, usato dai carri tedeschi durante gran parte del secondo conflitto mondiale.
Ho voluto cimentarmi in un velivolo della prima guerra mondiale in scala 1/48 con un’architettura abbastanza complessa che prevede un intenso uso di tiranterie da far scappare la pazienza a un santo; per fortuna, grazie alle sue particolari forme, sono riuscito a trovare le giuse motivazioni per realizzarlo.
Il modello Revell in scala 1/72, si monta velocemente ed è molto preciso; i cingoli in plastica con numerosi pezzi piccoli e tronconi più grandi sono una novità per me in quanto, l’ultimo carro armato fatto più di trent’anni fa, era dotato di cingoli di vinile.
La PT-109 fu una motosilurante da pattugliamento comandata dal sottotenente di vascello John F. Kennedy durante la seconda guerra mondiale.
Il comportamento del giovane Kennedy, che portò al salvataggio dei sopravvissuti del suo equipaggio dopo l'affondamento per speronamento della sua motosilurante, ne fece un eroe di guerra.
Il kit Matchbox, si monta molto bene; preciso negli incastri ma povero di particolari specialmodo negli interni, che hanno subito una leggera miglioria.
Le modifiche principali, sono avvenute nella sostituzione dei montanti a V ventrali con aghi di siringa tagliati di misura e la sostituzione del parabrezza
Il kit Octopus (Pavla) in scala 1/72, un short run, nel vero senso della parola, mi ha fatto dannare in ogni sua parte; in ogni fase c’era una serie di problemi che dovevo affrontare e risolvere, anche in previsione alle fasi successive...
Il kit Italeri in scala 1/72 è abbastanza preciso e dettagliato, una particolare attenzione va dedicata alle decal e alla scelta dei colori.
Non troppo chiare le istruzioni sulla colorazione in generale, ma nulla di impossibile, alla fine si ha una buona rappresentazione di un velivolo bello a vedersi.
Il Caproni Ca 310, è uno short run dal quale si ottiene un discreto risultato finale con un po’ di attenzione e l’indispensabile lavoro, obbligatorio per questo tipo di modelli.
Questa versione onora un caduto per cui mi sento di dedicare questo mi lavoro a tutti i caduti italiani e non che hanno scritto la storia nella guerra aerea.
Ho realizzato questo kit qualche annetto fa immediatamente subito dopo l’acquisto!
Un onesto modello, decisamente migliore del Revell e del Misterkit, gli interni sono passabili, almeno per me, visto che faccio modelli quasi da scatola, decisamente bello il dettaglio generale, qualche difficoltà l’ho riscontrata con le ali e i montanti.
Dopo un montaggio veloce e senza troppi problemi, mi sono trovato al momento della scelta delle versioni: naturalmente ho scelto quella più difficile: due toni sul fondo giallo, la trovo molto bella rispetto alle altre.
La colorazione della mimetica mi ha impegnato per una lunga serata...
Ho realizzato questo modello per un amico che, nel progetto di una futura mostra, intendeva utilizzare il velivolo nella versione Regia dedicata a Umberto Maddalena (I-REDI), ancorato nei pressi di Genova negli anni venti/trenta.
Purtroppo gli esemplari italiani del Do X avevano motori e tralicci differenti da quelli proposti nella versione Revel.
Ecco due modelli molto rappresentativi e in simbiosi tra loro; possiamo infatti considerarli padre e figlio di due epoche storiche: quella dell’elica e quella dei jet, e di due conflitti che li ha visti impegnati, e protagonisti: la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra di Corea.
Ecco il primo modello del 2015: pensavo di fare un modello semplice, ma, a parte il fatto che è semimontato, mi ha fatto dannare.
Nella documentazione in mio possesso ho trovato le problematiche del modello che mi hanno costretto a fare quello che non sono molto bravo a fare ma soprattutto non voglio fare... autocostruire!!!
La scatola Revell fornisce due versioni, ho fatto quella un po’ meno appariscente, di uno squadron impegnato in Oriente con mimetica verde e marrone tipica del periodo iniziale del conflitto, conflitto che ho avuto con la verniciatura inferiore, che secondo i canoni, doveva essere sky, ma le istruzioni davano in un grigio, che ho riprodotto fedelmente; dei dubbi rimangono, anche se ulteriori ricerche in rete non mi hanno aiutato.
Il kit, scala 1/72 inscatolato dalla Revell, è uno stampo Matchbox; molto basilare l’interno, anche se poco visibile, sufficientemente dettagliato l’esterno, in special modo, le centine alari che sono molto ben realizzate: ne troppo ne poco evidenziate.
Il modello che ho deciso di rappresentare, è del N° 240 Squadron della RAF, basato in Scozia nel Gennaio del 1941.
Il modello, Italeri, in scala 1/72, si presta bene al montaggio in quanto ben definito negli accoppiamenti, nelle incisioni e nelle linee generali ma è clamorosamente sottodimensionato nei portelli interni del vano carrelli (non i copriruota); non essendo possibile recuperare questa imperfezione, devono essere rifatti.
Il kit Hasegawa in scala 1/72, datato ma già in negativo, si presta bene al montaggio, un po’ meno alla colorazione e alle note, rigorosamente in giapponese.
Unico neo riscontrato è il perno che tiene l’elica: inserito dentro il motore tra le due serie di cilindri è corto e il montaggio dell’elica non è ottimale in quanto tocca nella nanca.
Dopo l’avventura dello SPAD XIII, sempre della Eduard, ma inscatolato Revell in 1/48, sono ritornato sui kit della prima guerra con questo modello, molto ben fatto, anche se con alcune mancanze, molto strane, visto la qualità degli stampi.
Non sono infatti presenti i tubi di raffreddamento che dal motore vanno al radiatore alare e viceversa.
Il kit Academy, in scala 1/72, non presenta particolari problemi nel montaggio fatta eccezione della presa d’aria sul muso per la quale bisogna limare la struttura, bloccarla prima da un lato e fare alcune prove a secco per allinearla con l’altra fusoliera.
Un po’ di disagio l’ho avuto nell’interpretare le istruzioni delle colorazioni che sono definite per parecchie versioni.
Tecnica dissetante e ricostruttiva
Siamo in estate, fa caldo e bere una bella bibita fresca è un piacere che va in contrasto con il dispiacere di notare che che i modelli dei due velivoli da caccia italiani più importanti, efficienti e maggiormente prodotti dei primi anni di guerra... abbiano un difetto negli stampi! Ciò mi fa girare le scatole alla grande!
Il kit, di stampo Eduard ma inscatolato Revell è il primo da me costruito di questa marca.
Un buon modello, non particolarmente difficoltoso nel montaggio, preciso e relativamente veloce da fare, valido anche per modellisti alle prime armi e degno rappresentante di un periodo dove gli aerei erano veramente interessanti.
La Hobby Boss propone alcuni modelli che aiutano il principiante ad avvicinarsi al nostro hobby con dei risultati discreti fin dalle prime realizzazioni.
La serie "Easy", come dice il nome, rende più veloce e preciso il montaggio del kit portando il modellista, in poco tempo, alla verniciatura.
Non avevo mai montato un modello della Sword, vedendo le stampate, pensavo di avere le solite difficoltà che con un short run si hanno, ma devo dire che il montaggio è filato abbastanza liscio.
Ho solamente aggiunto dei pezzi di plastica per creare dei battenti sulla fusoliera, in quanto sprovvista di perni e...
Grazioso biplano, il CR32, forse è stato il migliore velivolo italiano nel periodo ottimale per i biplani; maneggevole, pesantemente armato... ha saputo mettersi da parte per lasciare il posto... ad un altro biplano, il "Falco" CR 42, che ormai risultava essere di formula superata quando i monoplani facevano capolino nei vari teatri bellici.
Ciao a tutti voi, sono Maurizio Ugo, modellista da quando ero ragazzino, appassionato di aerei anche se ho fatto qualche carro e qualche nave; la mia scala preferita è 1/72, mi piacciono molto i velivoli della seconda guerra mondiale, con una prevalenza per quelli dell’asse, italiani soprattutto, senza tralasciare gli alleati e quelli di altri periodi.
Considero il modellismo un’arte, anche se purtroppo non sono un artista, ma l’ispirazione, come avviene agli "artisti", mi coglie a volte improvvisamente, portandomi a fare modelli che poco prima non avrei nemmeno pensato di fare.
Non sono mai stato iscritto a club, purtroppo, sono cresciuto da solo con qualche rivista e molta fantasia per risolvere i problemi che mi capitavano di volta in volta.
Non mi piacciono i modelli troppo elaborati, ma provo una "sana" invidia per il modellista che è riuscito nell’impresa; a mio parere, il modellista dovrebbe esaltare il modello, quando sono troppo elaborati, fermo restando che sono delle opere d’arte, è invece il modello che esalta la bravura del modellista.
Lavoro in un colorificio, e molti prodotti vernicianti che uso, smalti, trasparenti e altri prodotti, li ho modificati per renderli utilizzabili per i miei modelli.
Uso colori ad acqua, Gunze e Tamiya quando disponibili e, nelle colorazioni, se possibile, cerco di fare riferimento ai FS, che difficilmente corrispondo alla cartella FS; devo quindi portarli in tinta e poi seguire le varie tecniche di invecchiamento e sporca tura finale del modello.
Auguro a tutti buon modellismo !!!!