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Carissimi amici modellisti, come avevo anticipato nell’ultima parte (parte VI) della mia personalissima Saga basata sui mezzi fantascientifici di Star Wars, sarebbe stato difficile interrompere alla parte sesta, perché tanto manca nel descrivere ed illustrare, modellisticamente parlando, i favolosi mezzi nati dalla fantasia di Lucas e del suo Team.
Siamo qui ora a vedere il caccia tipo della Flotta imperiale, il Twin Ionic Engine meglio conosciuto come TIE Fighter, nella sua versione base; questo caccia stellare costruito dalla Sienar Fleet Systems è un caccia multiruolo da superiorità spaziale di piccole dimensioni, armato con due cannoni laser SFX L-s1, non dotato di scudi ma costruito in lega di acciaio al titanio, capace di una velocità di 100 MGLT (megalight), la stessa velocità del T-65 X-Wing Fighter (vedi articoli dedicati in fondo all'articolo), avente come equipaggio un pilota.
La progettazione di questo caccia iniziò subito dopo la fine delle Guerre dei Cloni e la Dichiarazione del Nuovo Ordine da parte dell’Imperatore Palpatine, l’Impero Galattico affidò alla corporazione Sienar Fleet Systems l’incarico di realizzare un caccia stellare da superiorità spaziale per la Flotta Imperiale, così la Sienar, applicò la sua moderna tecnologia di propulsione ionica alla costruzione di prototipi di caccia stellari TIE.
Il primo modello pienamente operativo fu il TIE/1n Starfighter, o semplicemente TIE fighter, fu il caccia più usato e diffuso nella Flotta Imperiale.
Esso veniva prodotto esclusivamente dalla Sienar per l’Impero e, assieme agli imponenti Distruttori stellari di classe Imperial I e II ed agli Stormtrooper, divenne uno dei più eloquenti simboli della forza militare e della oppressiva onnipresenza dell’Impero Galattico.
Pur essendo degli ottimi caccia, i primi TIE presentavano diverse debolezze, queste risultarono evidenti durante i numerosi scontri con i caccia X-Wing e A-Wing delle Forze Ribelli.
Visto ciò l’Impero ne sviluppò numerose varianti più avanzate e armate.
I caccia TIE, come altri loro modelli successivi, venivano prodotti in massa ed assegnati in squadriglie numerose come caccia complementari a tutte le navi da battaglia della Flotta Imperiale, specie sugli incrociatori stellari.
I caccia TIE comunque combatterono ai comandi dei piloti imperiali in tutti gli scontri spaziali contro l’Alleanza Ribelle durante la Guerra Civili Galattica.
Concettualmente i caccia TIE erano piuttosto semplici e proprio per le loro specifiche costruttive richiedevano poca manutenzione.
I doppi motori ionici del TIE/1n sono tra i i sistemi di propulsione meglio costruiti della galassia e, non avendo parti mobili, hanno bisogno di poca manutenzione.
A differenza del prototipi che lo avevano preceduto, il TIE fighter possiede generatori d’energia indipendenti per le armi e per i motori.
Per contro non erano dotati di scudi deflettori, di iperguida per la velocità luce e sistemi di sopravvivenza del pilota, tutto ciò ne faceva un caccia particolarmente veloce e manovrabile, vista la sua leggerezza ma, anche estremamente vulnerabile vista la sua corazzatura molto fragile.
Diversi piloti cercarono di migliorarlo aggiungendo placche di duracciaio sugli alberi che collegavano i pannelli solari alla cabina, punto questo particolarmente vulnerabile ai colpi avversari.
Il suo armamento principale è costituito da una coppia di cannoni laser, relativamente potenti, che comunque sono in grado di danneggiare e/o distruggere un caccia stellare o un trasporto medio con colpi ben piazzati.
Il TIE non ha normalmente una dotazione di tubi lancia missili, ma ha la possibilità di esserne munito.
Vista la mancanza dei sistemi di supporto vitale, i piloti di TIE fighter, indossano una tuta pressurizzata superiore a quella delle controparti ribelli.
L’assenza di un’iperguida fa si che questi caccia dipendano da un’astronave portaerei quando si trovano in sistemi nemici.
Inoltre i TIE non hanno carrelli di atterraggio, il che è un altro modo per ridurre la massa del caccia.
Negli hangar queste navi sono agganciate a speciali rastrelliere da raggi traenti.
I punti di forza di questi caccia sono dunque le dimensioni ridotte, la velocità e l’agilità, ma soprattutto il numero.
I TIE, infatti, sono progettati per sconfiggere i nemici attaccati in stormi numerosi, puntando sulla quantità piuttosto che sulla qualità.
Sia i caccia TIE che i loro piloti (ricordiamo che sono cloni), sono considerati sacrificabili.
L’ampia disponibilità imperiale sia di materiali, sia di risorse economiche e di uomini rese possibile questa strategia che, però, si dimostrò più di una volta inefficace.
Il modello illustrato è l’ottimo Fine Molds in scala 1/48, che mi sono fatto arrivare dal Giappone non riuscendo a trovarlo in Italia, l’ho costruito semplicemente da scatola, evitando di invecchiarlo troppo, per due buoni motivi:
Ho colto l’occasione della realizzazione di questo modello, per restaurare un vecchio TIE interceptor fighter della Revell in scala 1/48; questo è una variante del TIE fighter visto nell’Episodio VI "Il ritorno dello Jedi".
La base di supporto è auto costruita sull’esempio di quella originale da scatola del TIE ed elaborata allo stesso modo, ho usato solo dei colori diversi per verniciarla, bomboletta di Gunship gray AS-27 della Tamyia e lumeggiata in dry brusch con il 128 US compass grey Humbrol.