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Ultimamente ho avuto l’occasione di leggere uno splendido libro di Barbero sulla battaglia di Waterloo, in cui si narra in modo molto realistico gli eventi che ebbero luogo il 18 giugno del 1815 e che portarono alla definitiva disfatta di Napoleone.
Con questa scenetta ho voluto rappresentare un momento fondamentale della battaglia in cui Napoleone, ormai alle corde, decide tardivamente di fare avanzare in un ultimo e disperato tentativo i granatieri della guardia imperiale contro le linee inglesi che fino ad allora avevano eroicamente resistito alle continue cariche della cavalleria francese. Ma anche questo ultimo tentativo fallì miseramente e per la prima volta la vecchia guardia, vanto e gloria dell’esercito francese, mosse in ritirata al grido “la garde recule”.
Di fronte a questo evento il generale inglese A.W. Wellington incitò la propria fanteria al grido di “Ora è il momento” ad assaltare le truppe francesi ormai allo sbando.
Partendo dalla lettura di questo episodio della battaglia ho iniziato ad impostare la scenetta che inizialmente doveva essere composta da due soli soggetti, l’ufficiale ed il ferito steso a terra, e che poi si è arricchita di altri due soggetti che hanno dato maggiore enfasi e completezza alla scenetta.
L’impostazione del diorama ha seguito alcuni principi fondamentali nell’impostazione di una scenetta articolata, cioè un andamento piramidale che rende l’insieme più armonioso e facilmente osservabile ed il coinvolgimento dell’osservatore creato sia dalla figura dell’ufficiale che rivolto verso le proprie truppe, ma anche verso l’osservatore, incita ad avanzare, sia dal soldato ferito a terra che si rivolge a chiedere aiuto verso un ipotetico compagno e quindi anche verso chi osserva.
Le altre due figure hanno completato l’insieme, il soldato che corre all’inseguimento dei francesi e il soldato che durante la propria corsa viene colpito. Infatti i francesi durante la propria ritirata continuarono a sparare salve di colpi verso le linee inglesi che avanzavano.
Per la realizzazione dei pezzi sono partito come al solito da manichini in filo di ferro e da copie in resina di teste, mani e scarpe, ad eccezione della testa del soldato che viene colpito che è una copia in metallo di una testa che scolpii tempo fa per una ditta.
Prima di iniziare la vera e propria fase di scultura ho effettuato diverse prove a secco dei manichini per conferire la giusta posa e la corretta posizione sulla base.
Tutti i figurini sono realizzati utilizzando il magic sculpt per i panneggi e gli accessori ed il duro per alcuni particolari come i capelli.
Nella scultura dell’abbigliamento ho tenuto conto dell’usura a cui questi capi di abbigliamento erano soggetti, quindi ho riprodotto alcune lacerazioni, ho inserito delle toppe a testimoniare che comunque i soldati vivevano in condizioni critiche e questo si rifletteva sulle condizione del proprio vestiario, soprattutto durante la battaglia di Waterloo che avvenne in condiziono climatiche avverse.
Ritengo che la scultura di una figura in posizione dinamica sia più semplice di quella di una figura in posizione statica. In quest’ultimo caso è sempre difficile rendere al meglio le pieghe del tessuto che non sono soggette a particolari forze dinamiche, diversamente in una figura che corre le pieghe tendono a seguire il movimento del corpo e quindi sono più facili da capire e realizzare.
Per la scultura utilizzo solo ed esclusivamente dei pennelli sintetici di varie misure (dal n. 0 al n.3) ed una volta steso lo stucco con una leggera pressione e piccoli movimenti di pennello mi creo le pieghe.
Per stendere lo stucco utilizzo un pennello e del talco mentre per le pieghe bagno il pennello nell’acqua ed in ultimo nell’alcool per dare una maggiore finitura.
A stucco asciutto intervengo con della carta abrasiva in grana 600 ed 800 per ammorbidire e perfezionare le pieghe. Così come aggiungo delle pieghe in zone che lo richiedono realizzando dei piccoli cordoncini di stucco che provvedo a stendere e lisciare sul panneggio già esistente.
Nella scultura ho fatto inoltre ricorso all’immancabile lamierino di piombo con il quale ho realizzato bottoni e cinghie, mentre ho utilizzato del lamierino di rame per realizzare le cinghie che sostengono le borracce.
Il lamierino di rame è molto più rigido di quello di piombo, quindi è ottimo per sostenere accessori sospesi in aria, come appunto le borracce del soldato che corre e di quello che viene colpito.
Colorazione
I colori impiegati sono esclusivamente acrilici Vallejo ed Andrea, mescolati tra loro con una piccola quantità di opacizzante Tamiya.
Ogni singolo figurino è stato dipinto a parte evitando così di colorare in serie le divise.
In questo modo si ottengono leggere differenze nelle tonalità dei colori a testimoniare la diversa usura dei tessuti.
Senza dubbio il colore predominante è il rosso delle giacche.
Questa tinta è molto ostica soprattutto in fase di lumeggiatura in cui si deve assolutamente evitare di utilizzare il bianco.
Per la colorazione del rosso mi è venuto in aiuto un articolo di Nalin apparso su un n. di soldatini proprio sulla colorazione di questo tipo di divise.
La tinta base è rosso napoleonico al 90%, uniforme inglese al 5% e verde scuro al 5%.
Il verde è stato utilizzato solo per la divisa dei soldati, mentre per l’ufficiale ho impiegato del blu scuro evitando anche l’uniforme inglese, questo per dare una tonalità più accesa sinonimo di una divisa in condizioni migliori rispetto a quella dei soldati.
Per le ombre ho mischiato alla mescola base piccole quantità di rojo cadmio tostado e verde scuro mentre per le lumeggiature ho dapprima mischiato dell’arancio alla base fino ad arrivare all’arancio puro e i punti di luce li ho dati mischiando all’arancio della carne dorata.
Per i pantaloni ho fatto ricorso ad una mescola di confederate grey, uniforme inglese e nero opaco, ombreggiato con il nero e lumeggiato con grigio chiaro e bianco.
Ogni volto è stato dipinto con mescole differenti per dare maggiore diversità alle espressioni.
Per esempio per il soldato ferito steso a terra ho accentuato maggiormente i toni scuri per dare maggiore contrasto e drammaticità all’espressione.
In tutte le mescole che utilizzo (giacche, pantaloni, scarpe, volti, ecc.) impiego sempre una piccola quantità di uniforme inglese, questo per dare un “tono guida”, cioè un colore unico che dia armonia all’insieme.
Inoltre l’uniforme inglese tende a smorzare le tonalità dando maggior realismo.
Uno degli aspetti maggiormente dibattuti nella battaglia di Waterloo furono le cause che portarono alla sconfitta di Napoleone, e tra queste non c’è dubbio che le condizioni climatiche furono una di queste.
Il terreno era stato sottoposto a giorni di pioggia battente e le condizioni erano pessime, il fango arrivava sopra le caviglie creando difficoltà nei movimenti, soprattutto dell’artiglieria ed anche della cavalleria.
Quindi è inevitabile non rappresentare un terreno fangoso e divise sporche.
Per rappresentare il fango sulle divise ho effettuato tre operazioni distinte.
Prima di tutto ho effettuato dei lavaggi con tonalità di marrone e tintura di noce a simulare la sporcizia degli indumenti.
Il secondo passaggio è rappresentato dagli schizzi di fango realizzati con uno spazzolino bagnato in una mescola di terriccio (preso dal giardino), vinavil e il colore sombra tostada e poi con l’aiuto del dito passato sulle setole ho provveduto a schizzare realmente le gambe dei figurini.
In questo modo si ottiene un risultato realistico.
L’ultimo passaggio è rappresentato da un passaggio di polvere marrone di gessetto in alcuni punti, quali le ginocchia, a rappresentare comunque il fango che si è seccato e che quindi è divenuto più polveroso.
In ultimo ho passato un po’ di protettivo lucido per enfatizzare il fango fresco.
Per il terreno ho creato un composto di terriccio, Vinavil e colore sombra tostada e l’ho steso sulla basetta abbozzata in das creando il movimento di un terreno fangoso e calpestato.
Una volta asciutto ho depositato in alcuni avvallamenti una piccola quantità di colla bicomponente a simulare delle piccole pozze d’acqua che solitamente si creano su di un terreno fangoso.
Sul tutto ho poi passato una mano di protettivo lucido.
L’erba è stata realizzata con canapa da idraulico opportunamente colorata ed incollata con Vinavil.
Credo che il risultato finale sia soddisfacente, ma restando in tema napoleonico… ai posteri l’ardua sentenza...
05.05.2006