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"L'attesa", 2º Ussari ad Austerlitz, 1805

Fernando Volpe




Prima di spiegare le tecniche impiegate per la costruzione e colorazione, vorrei fare una piccola premessa sulla storia alquanto travagliata della scenetta.
Circa un anno fa mi fu commissionata la scultura di questi due ussari da una ditta nascente.
Purtroppo la ditta ha chiuso anzitempo ed i pezzi in questione non sono mai andati in commercio.
Fortunatamente sono riuscito a recuperare i master e dopo alcune modifiche e correzioni è nata questa scenetta che è stata presentata al Concorso di Monte San Savino dove è stata premiata con l’oro negli standard open.




La tavola mi è stata di aiuto per la reralizzazione della scenetta ma ho modificato la disposizione dei pezzi per adattarli alla splendida basetta fornitami dal mio amico Marco Ganghini della Bestsoldiers.
In questo modo la scenetta è venuta più raccolta garantendo un maggior coinvolgimento di entrambe le figure.
L’idea è stata quella di rappresentare due ussari prima della battaglia, in cui l’ufficiale studia la mappa della zona ed il soldato accarezza la criniera per calmare il cavallo.




Scultura Cavallo
Come base di partenza sono partito da un cavallo Historex a cui ho lasciato intatte solo parte delle zampe, mentre il resto è stato interamente autocostruito.
In questo caso è stato fondamentale il supporto di un buon libro di anatomia equina per la corretta scultura della muscolatura.
Prima di tutto ho abbozzato l’anatomia base e successivamente è stata ricostruita la muscolatura in dettaglio.



Per la sella ho utilizzato, su di una base di lamierino di piombo, dello stucco duro più facile da lavorare per simulare la pelliccia di montone di cui erano coperte le selle degli ussari.




Scultura Ussari
Quando si intraprende la scultura di un ussaro è inevitabile scontrasi con la difficoltà nello scolpire dolmen e pelisse con tutti i loro alamari e bottoni.
In questo caso mi sono stati di grande aiuto i consigli datimi dal caro amico Maurizio Bruno, un vero e proprio maestro e specialista nella scultura di personaggi napoleonici ed in particolare Ussari.
Armato di pazienza e tempo ho iniziato a realizzare prima di tutto gli alamari.
Personalmente ho utilizzato dello stucco duro che ho arrotolato, aiutandomi con abbondante talco, fino ad ottenere dei sottilissimi fili che ho poi provveduto ad incollare, con del vinavil sciolto in acqua, alla pelisse e al dolmen.
Successivamente ho realizzato i bottoncini schiacciando la punta di una graffetta su del lamierino e poi li ho incollati. In ultimo ho realizzato le piccole “e” laterali.



Altro punto difficile da realizzare è stata la particolare fascia intorno alla vita.
In questo caso ho utilizzato dei sottili fili di rame (presi da un cavo per computer a cui ho tolto la guaina esterna) arrotolati tra loro ed incollati alla vita dell’ussaro, poi perfezionati con stucco duro.
Il panneggio è stato realizzato con magic partendo prima di tutto dalla scultura delle pieghe principali, cioè le pieghe che partono dai cosiddetti punti di ancoraggio.
A stucco asciutto ho costruito altre piccole pieghe ed in ultimo ho lavorato con carta abrasiva in grana 800 per smussare ed ammorbidire le pieghe.




Colorazione
Per la colorazione ho optato per tonalità spente, anche perché il 2° Ussari presentava comunque toni meno accesi rispetto ad altri reggimenti con colori più sgargianti.
La tecnica impiegata è sempre quella della luce zenitale.
Per conferire un aspetto più vissuto e sporco della divisa ho aggiunto in fase di lumeggiatura delle piccole quantità di uniforme inglese.
Successivamente con la tecnica delle polveri ho accentuato questo aspetto logoro.
Un cenno a parte lo merita la mappa, realizzata in lamierino di rame e colorata con l'ausilio di un piccolo pennello cercando di riprodurre una vera mappa dell'epoca napoleonica.
Pennello sottile e colore ben diluito sono fondamentali per riprodurre linee abbastanza precise e abbastanza trasparenti, tali comunque da simulare una mappa usurata dal tempo e dall'utilizzo.
Per il terreno ho impiegato del terriccio preso da un prato che ha dato un tocco di realismo, così come il tronco su cui è seduto l'ufficiale.




Fernando Volpe

12.01.2006


Nota: questo articolo è stato originariamente pubblicato nel sito superEva non più attivo ora.

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